«Roberto Occhiuto tranquillizzi i cittadini che suo fratello, il senatore Mario, non ha ancora commissariato il Consiglio regionale». Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero, è uno dei più acerrimi oppositori al progetto di fusione del centrodestra fra Cosenza, Rende e Castrolibero.

L’ex consigliere regionale dice che non deve difendere postazioni personali, ma la sua è una battaglia di libertà. Per questo si dice preoccupato delle ultime dichiarazioni del senatore Mario Occhiuto secondo cui anche se i “sì” vinceranno per una manciata di voti si andrà avanti con il progetto di fusione.

«Il Governatore su questa vicenda non può fare il Ponzio Pilato. Noi diciamo da sempre che c’è un vulnus di democrazia in questo processo, a partire dalla mancata individuazione di un quorum che renda valido il referendum. Se va a votare una percentuale ridottissima, si andrà avanti lo stesso? Se il si prevarrà, come io non credo perchè vincerà il no dappertutto, per pochi voti, cosa farà la Regione? Vorremmo che il presidente della giunta regionale e non suo fratello ce lo dicesse per tempo. Fermo restando che di fronte ad abusi così evidenti siamo pronti a fare le barricate»

Per barricate Greco intende che i suoi cittadini di Castrolibero sono pronti a scendere in piazza per contestare il metodo adottato da questo centrodestra «da cui il Pd si è lasciato abbindolare, non a caso i consiglieri Iacucci e Bevacqua sono evaporati. Nessuno sa cosa succederà il giorno dopo la fusione, quali sono gli eventuali vantaggi per i cittadini, cosa ne sarà dei servizi. Non basta posticipare al 2027, ammesso che sia vero, alcune cose andavano stabilite a monte perché stiamo parlando di un processo delicatissimo».

Un tema che ritorna è anche quello del pesante fardello di debiti che grava sul comune di Cosenza che finirà diluito fra le tre città. «Sentir dire da Mario Occhiuto che i debiti li pagheranno i fornitori è una cosa che mi ha fatto rabbrividire. Noi abbiamo impostato una gestione attenta alle spese, senza mai fare un passo più lungo della gamba. Qui si vogliono ripercuotere gli effetti del dissesto su padri e madri di famiglia che hanno offerto servizi ai comuni. Se questo è il modo di intendere l’amministrazione della cosa pubblica, noi siamo lontani mille miglia».