Il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, ex sindaco di Cosenza, è stato ospite nei nostri studi e ha risposto ad una serie di domande sugli argomenti caldi del momento. Si è svariato dal tema infuocato della città unica alla richiesta della procura regionale della Corte dei Conti sul mancato rispetto dei piano di riequilibrio. Ha anche risposto ad un quesito sull'Autonomia differenziata in cui rivendica l'emendamento sui Lep e aggiunge: «ll commercio estero può essere un problema nazionale, ma non ha nulla a che fare con i diritti sociali che ho cercato di garantire con la proposta di modifica alla legge».

Sulla richiesta della Corte dei Conti

«La verità sul procedimento sta nelle carte, basta leggere - dice il senatore -. Con il Piano di Riequilibrio finanziario cercammo di mettere un freno a una situazione disastrosa. Oggi ci viene imputato di non averlo rispettato, ma si riconosce la situazione drammatica da noi eredita e che facemmo di tutto per evitare la messa in mobilità di più 500 dipendenti, il licenziamento dei lavoratori delle cooperative e la cancellazione di alcuni servizi per noi essenziali, ma che non lo sono per la legge, come ad esempio le mense scolastiche, il trasporto degli anziani e il trasporto per i disabili. Non recuperammo inoltre delle somme perché i cittadini non pagano alcuni tributi come dovrebbero».

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L’udienza per la discussione nel giudizio è fissata al 26 novembre, Mario Occhiuto ha già annunciato una strenua difesa. «Noi all'epoca ci assumemmo delle responsabilità evidenti, perché nei nostri 10 anni si ridusse la spesa di 100 milioni rispetto al passato ed abbiamo fatto investimenti per 400 milioni grazie ai fondi europei. Il nostro coraggio - sottolinea - oggi presenta il conto. Il rischio di incandidabilità di 10 anni? Siamo ancora alla richiesta della procura, ma sono convinto che alla fine di tutti i gradi di giudizio si certificherà la nostra buona fede».

Mario Occhiuto e la città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero

La questione dissesto è arma di dibattito per i sostenitori del “no” alla città unica. L'affermazione che Rende e Castrolibero sarebbero costretti ad accollarsi i debiti di Cosenza è spesso ribadita in comunicati e incontri pubblici. «Sono accuse false, infondate - ribatte l'ex sindaco -. Palazzo dei Bruzi è in dissesto dal 2019, nel 2027 dovrebbe avere riequilibrato i bilanci. Anche se non avvenisse ciò, resta una contabilità separata. Nei comuni nei primi cinque anni avranno la possibilità di dare ai territori una fiscalità differenziata. In più non dimentichiamo i contributi statali di 10 milioni all'anno per 15 anni».

Mario Occhiuto è netto sulla posizione espressa al nostro network da Franz Caruso, che ha dichiarato che voterà sì al referendum, ma che non ritirerà il ricorso presentato. «Non la capisco la posizione del sindaco di Cosenza, se non alla luce del fatto che ormai non ci si voglia intestare una sconfitta. Inoltre - dice allargando il discorso - chi si oppone lo fa per interessi egoistici, per conservare il posto laddove è stato eletto: servirebbero più preferenze per entrare nel nuovo consiglio comunale. Quello della fusione, non ha pertanto colore politico».

Dopo una battuta sull'autonomia differenziata, la domanda da un milione di dollari. «Se mi candiderò a sindaco della città unica? Dicono che io abbia spinto per questa legge perché abbia questa intenzione - conclude Mario Occhiuto -. Nulla di più sbagliato, perché potrei candidarmi a sindaco di Cosenza anche senza la fusione. Quindi non ne ho alcuna intenzione, perché ho già fatto la mia esperienza. E' stata una stagione esaltante che sarebbe difficile replicare». In apertura di articolo la video intervista completa.