Inizio scoppiettante per il Consiglio regionale che prende il via con un ritardo di tre ore. Il governatore si dice pronto a confrontarsi ma alla Cittadella e con appuntamento. Bevacqua: «Arroganza politica»
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È cominciato solo dopo quasi tre ore dall’orario di convocazione il Consiglio regionale di oggi. Il presidente Filippo Mancuso ha avuto il suo bel da fare nell’incontro con le rappresentanze degli agguerriti lavoratori della Centrale del Mercure. Voci di corridoio davano anche un Roberto Occhiuto molto contrariato rispetto a quanto stava accadendo fuori dal Palazzo. Così dopo aver osservato un minuto di raccoglimento per lo scienziato Luigi Aloe e per l’ex presidente della giunta regionale Giuseppe Chiaravalloti, ci pensa Giovanni Muraca a far salire la tensione soltanto chiedendo di inserire la proposta di abrogazione dell’emendamento Laghi all’ordine del giorno, cogliendo di sorpresa lo stesso Mancuso che spiega che, con la maggioranza, sono intenzionati ad aspettare l’impugnativa del Governo. Per lui «il Pd ne fa una questione strumentale: non solo Bevacqua chiede sempre di aggiornarci più spesso, ma se ciò che viene deciso nella capigruppo non viene osservato, non capisco che le facciamo a fare», sbotta il presidente del Consiglio.
A prendere la parola è subito dopo Occhiuto che sostanzialmente pone una questione di fiducia sull’emendamento Laghi e sull’impianto di una legge voluta dall’esecutivo regionale: «Sono meravigliato del fatto che sulle questioni che riguardano l’ambiente ci sia stata la necessità di un atteggiamento più determinato di quello che sarebbe stato giusto da parte del governo regionale. La proposta di legge nasce dalla volontà della giunta regionale, di un anno fa, che approvando il Piano del Parco disse che nel Parco del Pollino non ci può stare una centrale a biomasse, che è tra le più grandi d’Italia. L’ho detto con grande chiarezza. Non ha fatto lo stesso la Basilicata».
Poi l’affondo: «Sia chiaro che per quanto riguarda il governo regionale questo non è disponibile ad indietreggiare neanche di un millimetro. Sono disponibile a dialogare ma nei modi giusti. Credo che il confronto debba avvenire con appuntamento nei luoghi propri del governo regionale. Non sono disponibile ad alcun cedimento sul principio secondo il quale l’ambiente, per la Calabria, è una risorsa economica di sviluppo. Se va ai voti io voterò contro e chiederò alla maggioranza di fare la stessa cosa e se ci fosse un voto diverso significa che entro un’ora io rassegnerei le dimissioni da presidente della giunta regionale».
Per Bevacqua le parole di Occhiuto certificano che il Consiglio regionale si è «ridotto a passacarte della giunta regionale». Il capogruppo del Pd accusa Occhiuto di «arroganza politica» e parla di «voto di ricatto»: «È un precedente pericoloso» afferma chiarendo la posizione del Partito democratico che chiede ad Occhiuto di non avere fretta sulle scelte da compiere. «D’altra parte – ha poi chiosato Muraca – come concilia il “sì” al rigassificatore con la posizione sulla Centrale. Lei è per l’ambiente, un po' sì e un po' no».
Alla fine Mancuso non mette ai voti la proposta e il gruppo del Pd abbandona l’aula.