La Giunta Occhiuto corre ai ripari e prova ad arginare il caos relativo alle strutture ausiliarie della Regione. Il Governo calabrese ha deciso di puntare sulle cosiddette “posizioni organizzative” per continuare ad assegnare retribuzioni extra ai dipendenti che operano negli staff tecnici dei vari dipartimenti.

Potrebbe essere solo una soluzione tampone. I bonus saranno disponibili – a partire da luglio – solo per 83 funzionari (fascia D), mentre al momento restano fuori circa 90 tra istruttori e coadiutori amministrativi (B e C), ovvero quei dipendenti che, di fatto, mandano avanti le strutture della Cittadella.

Esistono altri problemi irrisolti e relativi agli organismi che collaborano direttamente con il presidente e gli assessori della Giunta, nonché con i consiglieri regionali. Non è infatti ancora chiaro quali interventi saranno messi in campo per continuare ad assegnare bonus agli interni che lavorano negli staff dei politici.

La sentenza e il caos

Il caos, come più volte raccontato da LaC News24, è nato in seguito a una sentenza del Tribunale di Catanzaro, confermata in appello nel 2020, che aveva giudicato illegittime le indennità percepite dai componenti di queste strutture. Il motivo era piuttosto semplice: i trattamenti economici in vigore in Calabria non sono previsti dalla contrattazione collettiva.

La pronuncia del Tribunale, peraltro ignorata dai piani alti della Cittadella per circa un anno, ha attivato la Corte dei conti, chiamata a verificare possibili danni erariali, e i revisori della Regione, che hanno dato parere negativo sulla futura erogazione di queste indennità.

Un'impasse che ha costretto la Giunta Occhiuto a prendere in mano l'iniziativa, considerato che lo stop ai pagamenti aggiuntivi per gli strutturati – i quali, lavorando al fianco di assessori e direttori generali non hanno orari di lavoro prestabiliti – potrebbe provocare la paralisi di uffici strategici per la Regione.

Il nuovo decreto

L'esecutivo regionale, lo scorso 12 aprile, ha definito (con il dgr 145) gli indirizzi della contrattazione integrativa decentrata 2022, nella quale viene anche previsto che «la costituzione del Fondo delle risorse decentrate anno 2022 debba tener conto dell’esigenza organizzativa della istituzione di posizioni organizzative che garantiscono il funzionamento delle strutture previste dall’articolo 5 della Legge 7/1996 finanziate con risorse di bilancio».

Le po non sono altro che incarichi, previsti dal Contratto collettivo nazionale, per i quali sono richieste particolari competenze professionali e che garantiscono indennità aggiuntive ai dipendenti.

Con un decreto del 26 aprile scorso, il dirigente del settore Gestione economica della Regione, Luciano Luigi Rossi, ha così rettificato il precedente decreto del 28 febbraio – che costituiva il Fondo risorse decentrate per il 2022 – e destinato circa 800mila euro (periodo luglio-dicembre di quest'anno) per l'affidamento di 83 po. Per tutto il 2023, invece, è previsto l'importo pieno, cioè un milione e 594mila euro.

Le strutture ausiliarie interessate sono in tutto 15.

Chi resta fuori

La formula individuata lascia fuori circa 90 dipendenti di fascia B e C, quelli che finora hanno portato avanti il lavoro ordinario delle strutture. Senza contare che, da luglio in poi, quando le po avranno decorrenza ufficiale, a Germaneto potrebbe aggiungersi caos al caos. Quali funzionari accetteranno di entrare nelle ausiliarie? E, soprattutto, come verrebbero eventualmente sostituiti nei dipartimenti? «La soluzione individuata dalla Giunta – spiega una fonte qualificata della Cittadella – è temporanea e non risolve affatto il problema». «Bisogna guardare in faccia la realtà: difficilmente i funzionari lasceranno i loro posti nei dipartimenti per andare a occuparsi delle scartoffie dei dirigenti generali», commenta un altro addetto ai lavori. Il caos strutture, insomma, potrebbe continuare per chissà quanto tempo ancora.