Berlusconi ha definito quello sulla benzina «il primo errore della signora Meloni». Potrebbe essere la scintilla che incendia i rapporti tra i due partiti di governo anche nelle regioni alle prese con la divisiva questione dell’Autonomia differenziata
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Sembra iniziare ad andare in riserva la maggioranza di centrodestra che guida il Paese. Proprio sulla benzina si è aperto lo scontro fra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Così mentre la Meloni accusava i soliti giornalisti di avvelenare i pozzi, montando polemiche artefatte, è stato lo stesso Berlusconi ad attaccare ad alzo zero.
Lo scontro sulla benzina
«Quello sulla benzina è il primo errore della signora Meloni», ha detto il Cav che domani presenterà le liste forziste per le regionali in Lombardia. Molto dipenderà da cosa dirà, ma è evidente che c’è il rischio di contraccolpi elettorali alla vigilia del voto oltre che sulla tenuta del Governo. Difficile infatti pensare che Berlusconi abbia dimenticato l’inizio della legislatura, l’incidente sulla nomina di Ignazio La Russa a presidente del Senato, il muro alzato contro Licia Ronzulli e la composizione del Governo che ha messo abbastanza a margine gli Azzurri.
Del resto il dibattito seguito alle dichiarazioni del Cav non è stato certo rose e fiori. Lollobrigida ha provato ad infilarsi nelle contraddizioni forziste sottolineando come i provvedimenti siano stati presi collegialmente dal Governo e quindi anche dagli Azzurri. A lui ha replicato a stretto giro il presidente dei deputati, Alessandro Cattaneo, rivendicando la cultura di governo dei forzisti.
La polemica e gli effetti in Calabria
Una nuova polemica, insomma, che rischia di avere ripercussioni sui territori, non solo in Lazio e Lombardia chiamate al voto. In Calabria la coalizione che guida l’amministrazione regionale sembra tenere, nonostante molto fuoco covi sotto la cenere. Il punto è che alle nostre latitudini Forza Italia continua a fare la parte del leone con Fratelli d’Italia che alle ultime regionali non ha sfondato come da pronostico. C’è anche un problema di personale politico. Una volta volati a Roma Wanda Ferro e Fausto Orsomarso sul territorio c’è rimasto davvero poco. Roberto Occhiuto ha fatto di necessità virtù e al momento del rimpasto ha spacchettato le deleghe che furono di Orsomarso, trattenendo a sè quella, pesantissima, del turismo. I due assessori meloniani quindi hanno deleghe come Personale e Lavoro. Davvero poca roba se paragonata, ad esempio, al numero di deleghe che ha in mano la vicepresidente Princi che nel rimpasto ha guadagnato anche la delega alla programmazione economica.
Fronte Consiglio regionale
Non va molto meglio sul fronte del consiglio regionale. Qui si registra una certa distanza, o se vogliamo uno scarso dialogo, fra i consiglieri e la giunta. Una distanza emersa sia in occasione della legge sul “consigliere supplente”, sia in occasione della norma che regola la ludopatia. Montata la polemica, Occhiuto ha preso le distanze dai consiglieri e non tutti l’hanno presa benissimo sia pure masticando amaro a denti stretti. A proposito di Turismo poi, va ricordato la polemica che lo stesso Occhiuto avanzò contro Orsomarso per i 160mila euro spesi in gadget e il commento, non proprio positivo, sulle iniziative di Calabria straordinaria rispetto alle quali il Governatore si è mostrato tiepido.
Ovviamente tutto questo non ha sinora comportato grossi scossoni in consiglio con la maggioranza che si è tenuta compatta (anche se sulla norma per la ludopatia non aveva i numeri in aula). Bisogna vedere però cosa succederà a livello nazionale. La benzina potrebbe essere solo la scintilla per incendiare i rapporti nel centrodestra che potrebbero diventare ancora più tesi dopo il voto in Lombardia e Lazio. A tacere del contrasto che potrebbe presto nascere fra Fratelli d’Italia e la Lega su un provvedimento bandiera per il Carroccio come l’autonomia differenziata. Insomma la sensazione è che il quadro politico nazionale potrebbe mutare a breve e, a cascata, anche dalle parti di Germaneto.