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Prosegue a due velocità la marcia di avvicinamento del Pd al prossimo referendum. Da un lato c’è il segretario regionale Ernesto Magorno, con i renziani della prima ora, che si sta dando parecchio da fare per la campagna elettorale a sostegno del sì e per dare all’opinione pubblica un’immagine di compattezza granitica dei democrat di Calabria.
In tal senso vanno lette sia la manifestazione unitaria di Lamezia, alla quale obtorto collo ha preso parte anche il governatore Oliverio, che le future iniziativa annunciate dal responsabile regionale Giovanni Puccio per le prossime settimane.
Il 14, 15 e 16 ottobre, infatti, saranno organizzati su iniziativa dei circoli territoriali banchetti informativi, gazebo, volantinaggio e dibattiti pubblici sui temi cruciali della riforma costituzionale e sulle ragioni del sì. Comincerà, inoltre, l’arrivo dei big in Calabria. Il 15 sarà la volta del sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri; mentre per il 27 è prevista la visita della parlamentare Anna Finocchiaro.
A velocità ridotta, invece, viaggiano gli uomini di riferimento del governatore Oliverio, gli ex cuperliani o bersaniani o d’alemiani che dir si voglia. Il presidente della Giunta si è pronunciato ufficialmente per il sì al referendum, ma sia lui che i suoi uomini si stanno guardando da un impegno concreto per la campagna elettorale. Anzi, appena possono, marcano visita. Così come è avvenuto, in maniera clamorosa, alla festa regionale del Pd a Reggio Calabria in occasione della visita della madrina della riforma, il ministro Maria Elena Boschi. All’appuntamento non si sono visti i big di corrente come Sebi Romeo, Nico Stumpo, Carlo Guccione e compagnia cantante. Né ha pensato di arrivare fino a Reggio lo stesso presidente della Giunta.
Per scendere in campo davvero Oliverio aspetta un segnale preciso da Roma in materia di sanità. La sostituzione dei Commissari Massimo Scura e Andrea Urbani è la contropartita richiesta da tempo al governo Renzi. E, dal canto suo, il segretario Magorno, ad ogni occasione, utile non fa che annunciare imminenti cambiamenti nel comparto.
Cambiamenti che, ad oggi, non arrivano e rendono sempre più scettico il governatore. Per non parlare poi di chi, all’interno della coalizione del centrosinistra, ha già annunciato di votare no al referendum. Si tratta di esponenti che, paradossalmente, fanno parte del gruppo in Consiglio regionale che porta il nome del governatore, la “Oliverio presidente”. Per il no si sono già espressi il capogruppo Orlandino Greco e i consiglieri Franco Sergio e Vincenzo Pasqua.
Il debole collante, dunque, che unisce il Pd calabrese in una informe melassa renziana, nella quale è finita anche la sinistra del partito, potrebbe evaporare ben presto. Se la sostituzione dei Commissari non dovesse arrivare in tempi utili per il voto, i bookmaker prevedono che alle urne molti ex cuperliani possano confondere il no per il sì. E, un attimo dopo la fine della consultazione, provare aprire le danze per una riorganizzazione complessiva del partito, confidando in un risultato generale sfavorevole al premier.
Riccardo Tripepi