VIDEO | Il sindaco di Locri, ospite di Antonella Grippo, definisce «una disgrazia» la convergenza che si realizzò tra An e Fi. Alecci (Pd) parla del caso Pitaro e Pandolfi (de Magistris) non sposa le parole di Borsellino
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“Le canzoni sono un manufatto d’arte in grado di scandire i tempi e i modi dell’evoluzione del costume italiano. Una sorta di partitura collettiva che hanno anche indicato la traiettoria della sentimentalità di molti italiani”. Le parole sono di Edmondo Berselli e Antonella Grippo le cita per sottolineare come Perfidia attinga alla tessitura delle canzoni. Non è un caso che sia stato evocato Tiziano Ferro e il suo Rosso relativo per indicare e designare una sorta di affievolimento della cifra identitaria delle parti politiche in competizione per queste elezioni regionali.
Alla Grippo insomma pare si stia registrando una grande omologazione con destra e sinistra a dire le stesse cose. Gli ospiti in studio - Ernesto Alecci (Pd), Giovanni Calabrese (Fdi) e Luigi Pandolfi (Un’altra Calabria è possibile) - hanno quindi l’arduo compito di smantellare o suffragare questa idea.
Calabrese: «Spirlì avrebbe fatto bene a candidarsi»
Sanità ed occupazione costituiscono il terreno della prova. Ad inizio trasmissione la sedia di Calabrese è vuota, ma nello studio risuona “Faccetta nera”. Poi quando arriva in studio il nastro si riavvolge e le fiamme di Perfidia cominciano ad ardere di nuovo.
Per Giovanni Calabrese c’è una verità di fondo rispetto al tema proposto dalla Grippo: «tutti dicono le stesse cose, perché la Calabria ha toccato il fondo». Per lui ci vorrebbe un bell’esame di coscienza, perché i dati dicono che destra e sinistra fino ad oggi hanno fallito.
Il sindaco di Locri ricorda la gavetta nelle formazioni giovanili della destra, e l’appartenenza alla destra moderna e moderata creata da Gianfranco Fini con Alleanza nazionale. La Grippo fa l’avvocato del diavolo e provoca Calabrese sulla fine di quella destra evocata dal primo cittadino, che coincide con l’abbraccio nel Pdl con gli azzurri di Forza Italia. «Cose che succedono» dice amaramente Calabrese, «è una disgrazia» incalza Grippo. E Calabrese cede: «Sinceramente la fine di An nasce con quella contaminazione voluta da Berlusconi e Fini. In un certo senso è stata una disgrazia per noi militanti che abbiamo creduto in determinate cose, lo scioglimento di Alleanza nazionale non è stata vista di buon occhio. Tanta gente si è allontanata. Forza Italia non era un partito, ma un contenitore, e per forza di cose nel bipolarismo si sono create quelle alleanze, e noi abbiamo perso la nostra identità strada facendo per l’errore di Fini che poi è finito nel tritacarne di un sistema che aveva contribuito a creare. Oggi il merito di Giorgia Meloni è quello di essere riuscita a mettere insieme diverse anime della destra che si erano disgregate in un contenitore moderno che guarda alle realtà locali. È merito suo se oggi sono state raggiunte percentuali – 20% - fino a qualche tempo fa impensabili».
Rispetto poi alle parole della Meloni sul ticket Occhiuto-Spirlì, Calabrese, che in caso di elezione si pone quale spina nel fianco degli alleati, fa il diplomatico, ma non troppo: «Se la Meloni fa quella dichiarazione evidentemente non risulta da nessuna parte questo ticket. Dipende dai voti? assolutamente si. Chi sarà il vice presidente lo vedremo. Spirlì avrebbe fatto bene a candidarsi, ha fatto una scelta e vedremo dopo».
Alecci: «Pitaro ha aderito al Pd in maniera atipica solo a luglio»
Alecci è il primo a meritarsi le attenzioni perfide della Grippo che ricorda come il sindaco di Soverato abbia soffiato il posto nella lista del Pd all’uscente Francesco Pitaro. Secondo le ricostruzioni giornalistiche Alecci si è sostanzialmente legato alla corrente di cui fa parte il commissario Stefano Graziano che si rifà alle posizioni del ministro Guerini.
«Qualche settimana fa insieme a Libero Notarangelo abbiamo ragionato su una sua ricandidatura, ma lui voleva tornare al suo lavoro e la mia candidatura si sposa con il movimento dei sindaci. Quello che è successo dopo non lo so, ma mi dispiace che Pitaro sia rimasto fuori. So che ha aderito in maniera atipica al partito solo a luglio. Io faccio parte del Pd dal 2007 e al suo interno ci sono diverse anime che discutono, ciò non significa essere rivali all’interno dello stesso partito».
Pandolfi: «Non sposo la frase di Borsellino»
A Pandolfi tocca l’ingrato compito di assumere una posizione anche personale rispetto alle dure parole usate da Salvatore Borsellino per sostenere la candidatura di Luigi de Magistris. Il fratello del magistrato assassinato dalla mafia non ci è andato per il sottile - «O si vota per de Magistris o per la ndrangheta, nelle altre liste c’è di tutto» ha detto a Petilia Policastro – e la Grippo ci tiene a sottolineare che Perfidia non condivide quella frase.
«Credo sia stata un’iperbole pesante – dice Pandolfi - ma in questa campagna elettorale c’è una contesa tra un vecchio mondo che non vuole scomparire e un nuovo mondo per la Calabria che noi crediamo di poter rappresentare. La frase di Borsellino la trovo molto forte e non la sposerei per come è stata detta».