Secondo la leader dell'opposizione a Palazzo Campanella, il Consiglio dei ministri «ha licenziato un testo inaccettabile. Il Sud soffrirà ancora di più un gap col Nord che è destinato ad aumentare»
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«Un pugno in pieno volto. Questo rappresenta per il Mezzogiorno l’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata in Consiglio dei ministri. Lo abbiamo detto subito e nonostante i timidi tentativi di correggere in corso d’opera una proposta nata male e continuata peggio, si è licenziato un testo inaccettabile, non solo per il Mezzogiorno, ma per tre quarti del Paese. Assistiamo a una eccessiva frammentazione delle competenze quando, invece, dovremmo essere pronti ad agire a livello globale». Così in una nota Amalia Bruni, leader dell'opposizione in Consiglio regionale, dopo il via libera del Governo al disegno di legge messo a punto dal ministro Calderoli.
«Da oggi - aggiunge Bruni - possiamo dire che l’Italia è divisa in due tronconi, quello ricco delle regioni del Nord che riceveranno i maggiori benefici e quello del Sud che soffrirà ancora di più del gap destinato ad aumentare col resto del Paese, con la Calabria che rischia di sganciarsi definitivamente dal vagone Paese, restando ultima tra gli ultimi. Non possiamo consentire a nessuno che la sanità pubblica venga smantellata, così come la scuola statale. Ora la discussione si sposterà nella Conferenza Stato/Regioni che per correttezza avrebbe dovuto essere interpellata prima di approvare il disegno di legge ma hanno voluto fare in fretta perché la settimana prossima si vota in Lombardia. Hanno voluto piegare, in questo modo, a interessi elettorali, una discussione straordinariamente importante per tutto il nostro Paese».
Quindi la proposta diretta al governatore calabrese: «Noi non possiamo arrenderci a questo scempio costituzionale, chiedo al presidente Occhiuto la convocazione immediata di un Consiglio regionale con unico punto all’ordine del giorno, la discussione su questa legge, tutti i gruppi e i consiglieri devono avere la possibilità di esprimersi mettendo a verbale ogni posizione su una questione che stravolgerà il futuro, purtroppo in peggio, delle future generazioni. E noi - conclude Bruni - non possiamo restare a guardare senza fare niente».