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Pierluigi Bersani chiude a Reggio Calabria la sua giornata calabrese. E lo fa in una sala Monteleone di palazzo Campanella, gremita come da tempo non capitava. Ad accoglierlo i militanti di Mdp, ma anche e soprattutto uno sterminato elenco di politici, ex politici e sindacalisti che studiano l’orizzonte e sono, evidentemente, pronti a fare il grande salto.
Tantissimi i big della politica reggina presenti all'iniziativa
Con lui sul palco c’è il presidente della Commissione antindrangheta, appena soffiato al Pd, Arturo Bova. Mentre ad introdurre il discorso di Bersani è stato Santo Gioffrè, ex commissario dell’Asp di Reggio e adesso in quota Mdp. Tra le prime file il consigliere regionale Giovanni Nucera, l’ex presidente della Provincia Giuseppe Morabito, l’ex presidente della Commissione regionale delle Pari Opportunità Antonia Lanucara e soprattutto l’ex assessore della prima giunta Oliverio, Nino De Gaetano.
In completo grigio, De Gaetano ha ascoltato tutto il discorso accanto a Nico Stumpo, ma non ha voluto rilasciare dichiarazioni. E, seppure il suo nome viene dato in avvicinamento ad Mdp da diverse settimane, lui non conferma e ricorda di essere fuori dalla politica per momento e di essere sempre un iscritto del Pd. Ma a fare capolino nella sala Monteleone ci sono stati anche tanti esponenti del Consiglio comunale. A partire dal presidente del Consiglio Demetrio Delfino, passando per i consiglieri Nicola Paris, Filippo Quartuccio, Filippo Burrone e Antonino Mileto. E se Paris, Quartuccio, Mileto o Burrone sono stati eletti in liste civiche vicine al sindaco Falcomatà, Delfino è esponente del Pd.
A completare il quadro anche molti rappresentanti del mondo sindacale, a partire dal segretario della Filt Cgil Nino Costantino e dalla segretaria Flc Cgil Elisa Gambello.Non può che essere soddisfatto l’ex responsabile nazionale dell’organizzazione del Pd Nico Stumpo «Questa mattina a Lamezia abbiamo avuto un incontro importante a Union Camere, con le organizzazioni di categoria, per cercare di dare qualche risposta alla Calabria e poi stasera qui a Reggio siamo davanti a una grande sala e ad una grande partecipazione. Non possiamo che essere soddisfatti».
Il discorso di Bersani che rispolvera la "mucca nel corridoio"
E Pierluigi Bersani non ha deluso l’uditorio parlando a braccio per quasi un’ora e respingendo gli appelli all’unità che, nel frattempo, arrivavano dalla direzione nazionale del Pd. «Chiamare la coalizione larga, che tutti ameremmo avere, dicendo che abbiamo fatto tutto bene, non sta in piedi. Non per la coalizione ma per i milioni di elettori di centrosinistra che in questi anni hanno detto che quelle politiche non sono andate bene. Davvero pensiamo che il Jobs Act abbia funzionato? Vogliamo chiederlo a qualche milionata di giovani? Pensiamo che la Buona Scuola sia andata bene, o che la politica fiscale sia stata fatta perbene. Pensiamo che la legge elettorale sia una buona elettorale con un 64 per cento di nominati? Questa legge elettorale avrebbe potuto imporre delle coalizioni vere, serie, con programmi, simboli, primarie. Questo accrocchio, che non prevede coalizioni, crea dei finti apparentamenti che servono per raccattare voti e il giorno dopo ognuno farà per sè».
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Per Bersani continuare a dire che tutto va bene e che gli ultimi governi hanno fatto cose egregie vuol dire consegnare il Paese alle destre. «Se il centrosinistra continua a stare sul bel tempo e sulle cose che vanno bene, la destra, compresa quella estrema, pascolerà nella realtà del disagio della insofferenza e delle disuguaglianza. Se non vediamo questo non vuol dire che non vediamo la mucca nel corridoio».
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La rottura di Stumpo: «Serve una nuova politica»
Concetto rafforzato anche da Nico Stumpo che a margine dell’iniziativa politica ha commentato così le conclusioni cui è arrivata la direzione del Pd. «Bisogna ricordare che negli ultimi anni si sono perse tutte le elezioni fatte anche quando si è andati insieme, ed allora il tema non è andare insieme per vincere. Per questo noi chiediamo un cambio radicale di linea politica, ma la volontà del Pd è stata quella di dire quello che abbiamo fatto lo rivendichiamo. Mi pare si tratto di un errore politico grave per l’Italia. Noi vogliamo proporre una nuova politica e se non siamo nelle condizioni di farla insieme la proporremo anche da soli ai cittadini».
Riccardo Tripepi