Clima incandescente nel corso della seduta che doveva discutere la proposta dell’opposizione di annullare l’avviso pubblico per la ricerca di un super consulente. Cutrullà: «Una porcata. È forse una cambiale elettorale?»
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“Ogni limite ha una pazienza”, diceva Totò giocando con le parole. E la pazienza di Enzo Romeo ha trovato il suo limite ieri, in Consiglio comunale. Vedere il pacato sindaco di Vibo rosso in volto e furioso per le parole di un consigliere di opposizione, Giuseppe Cutrullà, è cosa rara. Molto difficile che Romeo vada oltre i bordi delle righe. Il suo aplomb da vecchio saggio («chiamatemi nonno sindaco», disse agli alunni durante la sua visita in una classe vibonese il primo giorno di scuola) non ha mai vacillato neppure in campagna elettorale, in verità non particolarmente cruenta.
Ma ieri ha ritenuto che la misura fosse colma, quando Cutrullà gli ha chiesto conto del bando lampo (appena 7 giorni) per l’assunzione di un esperto in comunicazione da 26mila euro per poco più di due mesi di lavoro. La vicenda, sollevata a suo tempo da Il Vibonese, da due mesi tiene banco nel dibattito politico cittadino e ieri è approdata finalmente in Consiglio comunale con un ordine del giorno dedicato. Occasione ghiotta per la minoranza di pungolare l’amministrazione e cercare di mettere in difficoltà il primo cittadino, che però ha preso in contropiede tutti, reagendo con un’inusuale verve alle accuse.
Forse sbagliando le misure e sottovalutando la reazione del primo cittadino, Cutrullà è stato fin troppo esplicito: «Questo è un bando fatto su misura per qualcuno che conosciamo. L’unico probabilmente che tra i 33 candidati che hanno risposto all’avviso ha nel suo curriculum le due lauree richieste, quelle in Beni culturali e Scienze della comunicazione. Diciamolo, questo bando è una porcata e, grazie anche all’aiuto della stampa, vi abbiamo scoperto con le mani nella marmellata – ha scandito dai banchi dell’opposizione -. Il sindaco deve forse pagare una cambiale elettorale? ».
È stata soprattutto questa insinuazione a far scattare la molla. «Non posso consentire che si dica in quest’aula che ho cambiali da pagare – ha replicato con foga Romeo -. In 70 anni nessuno mi ha mai trovato con le mani nella marmellata, perché a me la “marmellata” non piace.
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