Giornata frenetica e di fibrillazioni quella vissuta dal Consiglio regionale, impegnato oggi nell’attesissimo dibattito sull’autonomia differenziata. Vista l’importanza della trattazione il punto, originariamente posto in fondo all’agenda del Consiglio, è balzato in cima all’ordine del giorno grazie alla richiesta formulata da Giuseppe Graziano (Azione). La tensione era altissima nella maggioranza, anche a seguito delle ultime dichiarazioni di Katya Gentile che in settimana ha comunicato di aver lasciato Forza Italia, secondo alcuni in direzione Lega. Un passaggio fino al momento non perfezionato e che ha registrato anche l’assenza della diretta interessata alla seduta odierna.

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Il dibattito, però, ha preso subito quota in una girandola di interventi conclusi dal presidente Occhiuto che ha posto l’accento sull’approccio non pregiudiziale ma tendente a migliorare il testo originale assunto dal suo governo regionale.

Subito dopo, prendendo la parola, Graziano ha presentato il documento che ha spiazzato non solo le opposizioni, ma anche la Lega. D’altra parte secondo gli accordi venuti fuori dalla conferenza dei capigruppo non era previsto nessun documento da sottoporre al Consiglio, anche se nel proprio intervento il presidente Occhiuto aveva auspicato si arrivasse ad una votazione comune.

«Il Consiglio regionale – si legge nel documento - ritiene che sia necessario attivarsi per quanto di competenza e vigilare con estrema attenzione affinché i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini di tutto il territorio nazionale, assicurando la possibilità di fare intese, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione, solo a seguito del finanziamento integrale di tutti i Lep in tutte le Regioni; impegnarsi per proporre i passaggi necessari con governo e Parlamento affinché l’attribuzione di funzioni relative a ulteriori formi particolari su autonomia sulle materie escluse dalla determinazione dei Lep sia consentita solo a seguito della discussione dell’approvazione di un’analisi di impatto sui territori per assicurare il corretto funzionamento concorrenziale del mercato».

Tuttavia la cosa, unita alle parole usate dall’esponente di Azione, ha indispettito e non poco Gelardi che, non vedendosi accordata una sospensione di 5 minuti dal collega di partito e presidente dell’assemblea Mancuso, insieme a Mattiani ha manifestato in maniera evidente il suo disappunto, contrariamente a quanto fatto da Molinaro e dallo stesso Mancuso, che a fine seduta ha gettato acqua sul fuoco su una situazione che ha registrato un confronto serrato tra Gelardi e Graziano.

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«Ho espresso la mia posizione personale perché mi è stato chiesto di intervenire in modo diretto, quindi ho detto quelle che sono le mie idee – ha detto Mancuso -. Le ho espresse dicendo che autonomia differenziata secondo me vuol dire dare nuove prerogative alle regioni, e questo va bene. Vuol dire stabilire i Lep, e quindi potrebbe significare per la Calabria colmare quel gap che ci divide dalle altre regioni e quindi garantire a tutti i cittadini uguali diritti. Poi, vuol dire anche dire addio alla spesa storica, su cui molto spesso siamo stati penalizzati. Ovviamente bisogna vigilare affinché sia applicata con le giuste prerogative. Pensiamo che quelle materie non Lep vadano in effetti monitorate e occorre stabilire quale potrebbe essere la ricaduta sulle regioni meridionali e sulla Calabria in particolare. Quindi sì all’autonomia differenziata ma far sì che la nostra regione il territorio e i cittadini non siano penalizzati. Questo è ovvio, non andremmo mai contro gli interessi dei calabresi».

Rispetto al trambusto in aula Mancuso prova a ridimensionare il tutto: «Ma non è successo niente di particolare, è che questo documento abbiamo deciso di farlo in corso di seduta, quindi non era stato programmato. Qualcuno della maggioranza è rimasto spiazzato perché non sapeva ci fosse questo documento, ma è stata una strategia del Consiglio, quindi abbiamo fatto sì che venisse esplicitato lì al momento ed il documento è stato votato. C’è stata solo una breve discussione ma tutto è stato ricomposto».

Ed è servita a bocce ferme una precisazione del dirigente d’Aula per chiarire che «il documento sull’autonomia differenziata, proposto dal centrodestra, è stato approvato con 17 voti favorevoli (tutti i consiglieri di maggioranza presenti) e 10 contrari».

A quel punto dai banchi della minoranza è arrivata la richiesta di inserimento della vecchia mozione condivisa dalle opposizioni, poi puntualmente bocciata.