Ti piace ‘o presepe?. Un titolo che già è tutto un programma per Antonella Grippo che a due giorni dal Natale decide di dedicare il consueto omaggio iniziale di Perfidia alla maschera «più grande di tutti», Eduardo De Filippo e al suo inimitabile Natale in casa Cupiello.

Ma Ti piace ‘o presepe è anche il leit motive della serata che annovera tra gli ospiti il già candidato alla presidenza della Regione Calabria e sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e l’esponente reggino del Partito democratico, Massimo Canale. Terzo ospite in studio, il giornalista di LaC News24 Agostino Pantano, mentre in collegamento dall’Irlanda c’è l’opinionista Alessia Bausone.

Il presepe… che piace e non piace

«Se per presepe intendiamo il governo del pensiero unico, del tutti dentro - argomenta de Magistris - non mi piace. Siamo tutti per il rilancio dell’Italia e per l’unità nazionale, ma vedere un Parlamento dove non c’è opposizione, dove le decisioni non si sa dove si prendono. Io non so Draghi dove le prende, sicuramente non in Parlamento. Ci sono stanze di compensazione internazionale su questo, noi ormai siamo abbastanza commissariati da un punto di vista della democrazia».

Presentato come uomo di esercizio critico, Canale ammette che quello esistente «è l’unico presepe possibile», unica soluzione in un periodo complicato come quello che stiamo vivendo. «Lo troco comunque un grande passo rispetto al governo giallorosso Conte, con cui abbiamo affrontato la prima parte della pandemia senza prospettiva futura, in cui si pendeva dalle gonnelle dei virologi».

Bausone punta il governo regionale: «Mi può paciere nel momento in cui identifichiamo i re magi in Gallo, Mangialavori e Cannizzaro. Non mi piace se andiamo a vedere chi è il bue e chi è l’asinello di questo presepe che è una salsa che di tradizionale ha molto come una pappa trita e ritrita da riscaldare».

De Magistris: «Oggi faccio politica»

«Sono un viandante della politica, giro l’Italia per organizzare il movimento politico con cui ci candideremo alle politiche del 2023. Lo costruiamo al di fuori del pensiero unico e del vogliamoci bene, perché esiste un altro Paese. Vogliamo costruire una confluenza di soggettività e movimenti, un po' come Podemos in Spagna – in cui ognuno mantiene la sua individualità, ma fa un passo in avanti per stare uniti». Un  movimento che avrà le radici al sud e che ha voglia di espandersi».

Sollecitato dalle domande di Pantano, de Magistris sottolinea poi come il bicchiere delle recenti elezioni regionali, per lui sia mezzo pieno: «Non credo che la nostra sia stata una sconfitta. Senza partiti senza apparati e senza soldi arrivare al 16% con due consiglieri eletti io non la considero una vittoria ma neanche una sconfitta. Se avevo bisogno di una poltrona politica mi sarei candidato consigliere regionale e pigliavo oltre diecimila euro».

Lettura ritenuta errata da Canale che parla di «tradimento» degli elettori da parte di de Magistris – che respinge seccamente l’idea di tradimento – a cui rimprovera di aver giocato «una battaglia di testimonianza» non destinata ad influire sui destini della Calabria. Insomma, de Magistris «doveva esserci» in Consiglio. Affermazione che trova sponda nella Bausone secondo cui una parte dell’opposizione è «totalmente subalterna alla maggioranza», un’altra che non è così amalgamata con questa impostazione, e poi c’è il gruppo deMa che ancora deve trovare la quadra: «tutto il sistema attorno a Laghi e Lo Schiavo li tratta come dei reietti».

De Magistris: «Col Pd a Catanzaro? Non ci sono le condizioni»

«Ci sono due opposizioni e noi siamo quella più intransigente. Io credo che andrebbe dato un segnale istituzionale io penso che la commissione di Vigilanza dovrebbe spettare a chi non è mai stato al governo regionale e che ha fatto campagna elettorale alternativa a centrodestra e centrosinistra». La posizione di de Magistris rispetto ad un dialogo ed un’alleanza col Partito democratico non è cambiata. Per lui il Pd è uno dei responsabili dello sfascio calabrese e parla la stessa lingua del centrodestra. Posizione che l’ex candidato presidente trasla sul capoluogo che da qui a poco sarà chiamato alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale:

«A Catanzaro ci saremo come Polo civico e con due liste. Sulla candidatura a sindaco la nostra coalizione non si è espressa. Fiorita che conosco bene è scomparso dalle regionali. Non è che l’equilibrio politico è la stessa cosa dell’equilibrismo politico… Teniamo conto che alle comunali c’è il doppio turno, ma ad oggi andremmo da soli. Non ci sono le condizioni per un’alleanza con il Pd».

Massimo Canale rimane possibilista, de Magistris distante.

Occhiuto, il giudizio … è sospeso

Su questo primo scorcio di legislatura a guida Roberto Occhiuto le opinioni sono contrastanti. C’è chi vede un nuovo protagonismo e chi semplici operazioni di potere. Per Canale il giudizio è «sospeso» anche se al momento - è la denuncia - «al di là delle dichiarazioni di principio non è chiaro in che cosa consisterebbe questo new deal a marchio Occhiuto».

De Magistris coglie la palla al balzo offertagli dalla Grippo che sottolinea il piglio decisionista del presidente. «Lui deve provare a mostrare i muscoli – dice l’ex magistrato - perché per la prima volta il Presidente è anche Commissario, Ma quella che sta mettendo in campo è solo un’operazione di potere. Lui ha grandi responsabilità pregresse sulla sanità ma più di parlare di Azienda zero dovrebbe dare risposte puntuali a Cariati a Soriano agli ospedali chiusi… è là che si valuterà se c’è il cambio di passo. Per ora vedo ritmo e voglia di mostrarsi decisionista ma le cose che sta facendo non i convincono per nulla».

Per la Bausone l’idea di Azienda zero è «sfiziosa» dal punto di vista della gestione manageriale però le cose su cui stare in guardia sono due: il management e il fatto che su Azienda zero se ne occuperò la Commissione di Vigilanza, «con opposizione zero». D'altra parte il Pd, per lei, ha barattato la certezza di un collegio elettorale alle prossime politiche per la presidenza della Commissione ai cinque stelle.

In chiusura c’è spazio anche per un commento sulla condanna rimediata da Mimmo Lucano, a pochi giorni dalla pubblicazione delle motivazioni. L’ex sindaco di Napoli ora è possibilista su un finale diverso della vicenda: «La condanna di Lucano io penso che non si può considerare giuridicamente sostenibile. Sono convinto che verrà o assolto o fortemente ridimensionata non solo la pena ma anche tutta la costruzione giuridica della Procura di Locri»

Per Canale, invece, «rinchiudere Lucano negli angusti limiti di un ragionamento tecnico giuridico rischia di farci perdere di vista quanto e cosa ha rappresentato Lucano socialmente».