Lo spunto per porre le basi di un campo largo progressista lo ha dato il professore Domenico Cersosimo con il suo saggio “Calabria, l’Italia estrema”. Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo ha organizzato un seminario sul tema insieme a Mimmo Talarico, ex eletto alla Cittadella, e a Saverio Pazzano del “Movimento La Strada” di Reggio Calabria.

Il parterre degli invitati era di tutto rispetto e abbracciava il mondo di centrosinistra che cerca sempre più punti in contatto per provare a porsi come alternativa unitaria alle destre. Sia in futuro alla Regione che, circoscrivendo il campo alle amministrative, alla prossima tornata elettorale. Ma tra i presenti, guardando all’area bruzia, non mancavano certo i riferimenti a bassa voce alla città unica che dovrebbe unire Cosenza, Rende e Castrolibero.

Anna Laura Orrico (parlamentare del M5S), Nicola Irto (senatore del Pd collegato da remoto), Nicola Fiorita (sindaco di Catanzaro) che ha chiesto ironicamente alla platea se potesse considerarsi «uno del gruppo» e il segretario regionale di Sinistra Italia Ferdinando Pignataro hanno risposto positivamente all’idea di fondo di provare a convogliare le forze verso un unico obiettivo.

Era presente in massa anche il mondo sindacale con il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato, con quello della Camera del Lavoro di Cosenza Massimiliano Ianni e con Giorgia Scarpelli, componente della segreteria regionale Uil. Roberto Galdini rappresentava, in qualità di vicepresidente, la NTT Data Italia, Gianni Pensabene la Fondazione Carical e Salvatore Celi l’Anci giovani. Il seminario si è tenuto all’Unical presso il Dam, spazio gestito dall’associazione Entropia. Motivo questo che ha fatto giocare in casa i docenti dell’Università della Calabria Francesco Raniolo e Giorgio Marcello.

Apertura per il civismo e per il mondo degli intellettuali

Fiorita ha portato la sua esperienza da sindaco, evidenziando che se da un lato deve tutto al civismo, dall’altro ritiene abbia troppi limiti. La ricetta è parlare ad un mondo progressista più esteso, superando lo steccato dei partiti che però sono l’architrave. Orrico dal canto suo è uscita allo scoperto: «Sicuramente c’è un dialogo che è giusto coltivare e portare avanti - ha detto la coordinatrice regionale del M5S -. Non possiamo aspettare che i calabresi ci votino senza offrigli esempi di una politica che prova a fare sinergia su alcuni punti. Quali sono quelli in comune con il Pd? Sicuramente il salario minimo dove c’è un fronte compatto anche con Sinistra Italiana. Lo stesso avverrà nella battaglia contro il dimensionamento scolastico». Collegato da remoto, Irto è stato netto: «Bisogna mettere insieme tutti quelli alternativi alla destra - ha sentenziato -.  È fondamentale oggi strutturare un campo largo, forte, capace di portare avanti riforme importanti per la Calabria».

Lo Schiavo, infine, ha espresso un orizzonte lontano: «Divisi si perde, mentre facendoci contaminare da sensibilità diverse possiamo competere. L’obiettivo è mettere in campo, pertanto, il mondo accademico, la cultura, la società civile, i partiti e i movimenti organizzati. Abbiamo bisogno di tutti coloro che abbiano una visione progressista. Questi tipi di incontri sono partiti da Vibo Valentia ed oggi all’Unical viviamo la seconda tappa. Andremo avanti, perché non si può pensare di essere pronti per le competizioni elettorali alleandosi un mese prima».

C’è anche un messaggio per i calendiani nostrani. «Io ho un’identità di sinistra - ha concluso - ma ribadisco di non avere paura della contaminazione. L’anomalia è Azione. In Calabria sta con la destra, in Parlamento all’opposizione. Ecco: noi dovremmo dialogare con tutti, anche con chi sta in un polo moderato ma in una posizione innaturale».