Anche la Calabria finisce tra le discussioni affrontate dai dems di Andrea Orlando dando per scontato che le elezioni saranno il 26 gennaio sia in Emilia che nella nostra Regione e che la prima vedrà la corsa del democrat Bonaccini, nella seconda la scelta sarà su un candidato civico benedetto dai grillini
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Anche la Calabria è finita tra le mille discussioni affrontate alla festa nazionale dei dems di Andrea Orlando a Rimini. In particolare la nostra Regione è finita in un ragionamento complessivo che riguarda i prossimi appuntamenti elettorali.
I dirigenti dems, ma il ragionamento è generale e non d’area, ritengono che la data del voto sarà il prossimo 26 gennaio, quando alle urne sarà chiamata anche l’Emilia Romagna. Per entrambi gli appuntamenti viene benedetto l’accordo con i Cinque Stelle. Lo ha detto a chiare lettere il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli intervenendo alla kermesse: «Alle elezioni regionali avremo bisogno di consolidare questa coalizione di governo. Non dobbiamo sottovalutare l’impatto che la destra e il sovranismo hanno ancora nel nostro Paese».
Ma tutti i tavoli tematici ai quali ha preso parte Carlo Guccione in qualità di referente d’area per la Calabria, sono stati concordi nell’indicare la necessità di fare fronte comune all’avanzata sovranista.
Naturalmente gli occhi sono puntati sull’Umbria che sarà il primo test per valutare la reale presa sugli elettori della nuova alleanza giallo rossa e da lì, con i risultati in mano, si faranno valutazioni più compiute.
Per il momento l’intesa di massima con i grillini sarebbe quasi ufficiale su Emilia e Calabria. La prima Regione spetterebbe al Pd che andrà a confermare l’uscente Stefano Bonaccini. A questo punto in Calabria, rinunciando il Pd ad esprimere l’uscente Mario Oliverio, l’intesa si potrà raggiungere su un candidato civico che abbia la benedizione dei Cinque Stelle. I nomi di Pippo Callipo e Ferdinando Laghi sono sempre in sella e adesso si aggiunto anche quello dell’ex prefetto di Vibo Valentia Giuseppe Gualtieri.
Quest’ultimo nome avrebbe una qualità in più rispetto agli altri, potrebbe essere meno indigesto a Mario Oliverio con il quale ha sempre avuto ottimi rapporti. Magari attraverso lui il Pd potrebbe provare una operazione di “salvataggio” per evitare emorragie di voti nel caso in cui l’attuale presidente della giunta regionale dovesse decidere di rompere con il partito di appartenenza e tentare l’ardua strada di una candidatura in solitaria.
E lo stato avanzatissimo delle trattative tra Pd e Cinque Stelle nella nostra Regione è dimostrato anche dalla presa di posizione della parlamentare Dalila Nesci che definisce “deboli” le candidature civiche fin qui proposte, rivendicando la possibilità di esprimere un candidato autenticamente grillino dopo 10 anni di attività sul territorio. Rivendicazione già passata al vaglio da Luigi Di Maio e liquidata con un «non si può fare» che isolerebbe la deputata vibonese.