Sono tutti contrari all’ipotesi della presenza militare israeliana nel corridoio tra Striscia di Gaza ed Egitto. L’assenza dei delegati di Hamas è un brutto segno. E la Farnesina nicchia da troppo tempo
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Recita un vecchio adagio latino, attribuibile alla cultura popolare - quindi senza autore riconosciuto - molto calzante e d'uopo per il momento cogente, nel martoriato Medio Oriente, al netto della 'cauda venenun' (tradotto letteralmente coda velenosa), circa la '(non)trattativa' seria, reale, equilibrata e credibile', in corso, sebbene essa è alle battute finali, in quel del Cairo.
Ordunque, il motto lo illustro presto detto: mala tempora currunt sed peiora parantur, ovvero 'brutti tempi corrono ma se ne preparano di peggiori'.
Chissà perché così è, ma purtuttavia, chiunque e nessuno lo vuole ammettere, facendo si che siffatta illusione, continui esageratamente ed esasperatamente, a vedercela noi tutti trascinata, per 'gratiam et dilectionem aliquorum populorum', ovvero per 'grazia ed amore di alcuni popoli'.
Chiaramente, senza essere malevoli o dediti alla 'disinformatzia' di sovietica memoria - la quale era, soprattutto una maliziosamente disdicevole attitudine - il sottoscritto non sarà insincero, nel mentre ribadirà è rammenterà lo 'sbilanciamento' di qualche mediatore, a favore di Israele (e qui ritorna la locuzione 'per grazia e per amore di alcuni popoli).
La realtà è più complessa di quanto appaia, poiché non vi è solo la contrarietà, per giusta o sbagliata che sia, da parte dell'organizzazione Hamas, nel non voler nessuna presenza israeliana a Gaza e persino nella zona cuscinetto tra la 'Striscia' omonima e l'Egitto, ovvero il 'Corridoio Philadelphia'.
Difatti, ad essere dichiaratamente ostili a simile (e solita) 'prepotenza' di Israele (o meglio, del suo pro tempore, ma screditato, persino in patria, Primo Ministro, cioè Benjamin Netanyahu), sono financo gli Egiziani, per un motivo semplice, banale, eppure, contemporaneamente, codificato negli accordi di pace, datati 17 Settembre 1978 a Camp David, siglato proprio tra Egitto e Israele, allorquando alla presenza dell'allora Presidente Usa, Jimmy Carter (lui sì, vero mediatore!), lo sottoscrissero Menachem Beghin e Answar Sadat.
E già, poiché tra le 'pieghe del protocollo di specie', vi si fa persino esplicita menzione a non dislocare, reciprocamente e da ambo le parti in causa - sempre di Egitto e Israele parliamo - nessun contingente militare, alfine di meglio garantire la sicurezza dei due Stati in questione.
In più, a peggiorare la situazione e a confermare le mie corrette informazioni, chiaramente al netto dell'autorevolezza delle fonti a me riconducibili, esiste un ulteriore particolare non da poco, il quale è la cartina di tornasole, circa l'immediata ufficializzazione del fallimento di suddetta mediazione, che a sua volta assume i contorni tragici (con annessi colpi di scena), tipici delle telenovelas sudamericane, quindi mi riferisco alla non partecipazione diretta nei colloqui in corso, da parte dei 'delegati' di Hamas.
Tra l'altro, in tutta questa vicenda di prossimo scontro bellico persino con il Libano, voluta e fomentata proprio da Netanyahu (ma non condivisa la di lui ‘illogicicità guerrafondaia’ dalla popolazione israeliana), sarà proprio l'Italia a pagare il prezzo più alto, visto che i nostri militari sono basati principalmente a Naqoura, che è l'ultimo villaggio del Libano prima del territorio israeliano, perciò direttamente nella linea di fuoco degli scambi a suon di missili, droni e razzi tra Hezbollah e l'esercito di Tel Aviv (senza dimenticare le installazioni dell'Eni, anch'esse nella medesima zona, cioè quella di maggior rischio).
Purtroppo, nessuno, per tempo, alla Farnesina (attuale Ministro titolare compreso), sin da febbraio 2023 e poi con dettagliata nota del 20 ottobre ultimo scorso, hanno voluto ascoltare le mie giuste parole, tanto per confermare chi è come me credibilmente informato, politicamente ben strutturato e ferrato il plurimi campi (si sa, la vanità esiste e la mia è giustificata!), in luogo a chi, oggi, occupa inspiegabilmente il proscenio della politica, essendoci tanti politicanti. Purtroppo!