«Penso che si debba discutere della permanenza del vincolo per chi amministra. Abbiamo sindaci al secondo mandato a Roma, Torino, Marino e Vimercate. Chi amministra dovrebbe poter lavorare in un'ottica pluriennale, quindi una riflessione va fatta. Il mondo cambia, e dobbiamo tenerne conto». L’ha dichiarato in una intervista al 'Fatto Quotidiano' il senatore Vito Crimi, capo politico “reggente” del Movimento 5 Stelle, recentemente confermato dal Garante Beppe Grillo.

 

Una visione che sembra cozzare con l’ormai noto ‘mandato zero’ proposto nell’estate del 2019 da Luigi Di Maio, allora vicepremier che in un video-tutorial postato su facebook annunciava: «Abbiamo deciso di introdurre il cosiddetto 'mandato zero', un mandato, il primo, che non si conta per la regola dei due mandati, è un mandato che non vale. Varrà solo e soltanto per i consiglieri comunali e municipali" non quindi per i sindaci "che gestiscono potere e la regola dei due mandati è nata per non far gestire troppo potere in mani di poche persone per troppo tempo».

 

I tempi e i cicli della politica nostrana sono, ormai, molto celeri ed un Movimento orizzontale, liquido, di cittadini non politici che arrivano al Governo del Paese rappresenta senz’altro un unicum, per cui maturità e cambiamenti politici repentini portano a ripensare, sfumare e smussare gli angoli una volta assai rigidi.
«Il MoVimento 5 Stelle è una comunità di cittadini fondata su delle regole. Sono poche, chiare e semplici. Proprio per questo inamovibili. Una delle regole fondanti è quella dei due mandati elettivi a qualunque livello», diceva nel 2017 Beppe Grillo prima di diventare più ‘terzomandatista’ due anni dopo invitando, giustamente, a “non confondere coerenza con rigidità».

Lo stesso Luigi Di Maio in un tweet di Capodanno (31 dicembre 2018) scrisse che la regola dei due mandati era certa «come l’alternanza delle stagioni».

 

Certo, l’introduzione del ‘mandato zero’ di Luigi Di Maio e l’apertura odierna di Vito Crimi sono il naturale sviluppo di un Movimento che prende forma partitica, cercando collocazione ‘post-ideale’ (forse nel campo progressista come paventato da Grillo?), dandosi una qualche organizzazione (con i cosiddetti ‘facilitatori’ regionali e nazionali), che valorizza esperienza e leadership, come quella delle sindache di Torino e Roma, ma anche del Ministro degli Esteri, osteggiata da fantaministri annunciati sulla stampa e mai nominati.

 

A tal proposito, è giusto sottolineare che allargare a dismisura le maglie della regola ‘aurea’ (o ‘Grillea’) del secondo mandato elettivo anche ai parlamentari (non è all’ordine del giorno, ma domani chissà) in Calabria vorrebbe dire condannarci ad altri 5 anni di Nicola Morra, che con la pluriennale opera di boicottaggio del M5S alle competizioni elettorali può aspirare anch’egli a fare il leader... di Forza Italia.


*già candidata per il Movimento 5 stelle