A Gaza e nel sud del Libano, si continua a morire. E si continua a morire o la carestia a patire, proprio per colpa e volere del Primo Ministro pro tempore israeliano
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Metto nel conto come il mio ragionamento che a breve svilupperò, pure al netto del supplemento di informazioni – ormai, puntuale – possa creare qualche polemica.
Siccome fascista non sono, non replicherò con il classico “me ne frego”, bensì confido nell'onestà intellettuale di tutti e ciascuno.
Si sa quanto io sia un “Atlantista” convinto, al punto che da Segretario Nazionale dei vari Giovanili Democristiani da me guidati, sin dall'inizio degli anni '90 del secolo scorso, fui membro del Comitato Atlantico Italiano e adesso dovrei tornarne a far parte, quando rientrerò da Beirut a settembre (ridiamo pure, foss'anche macabramente: la guerra non mi spaventa e se per questo mi fa uno e due baffi, poiché non mi piego alle prevaricazioni o ai tentativi delle medesime).
L'Atlantismo, però è “multilateralismo”, in pratica cooperazione tra pari e da pari a pari, ovviamente delle due sponde dell'oceano da cui prende il nome l'alleanza, quindi non asservimento alla potenza guida: chiaramente, parliamo degli Usa, di cui ho rispetto ed ammirazione, ma anche al loro interna corporis assistiamo a odierne pulsioni isolazionistiche, le quali avrebbero fatto impallidire persino la defunta Regina Vittoria d'Inghilterra (“Coburgo” come mia moglie), dalla quale discende la teoria politica dello “splendido isolamento”.
La perifrasi era d'obbligo, poiché oggigiorno, molti americani chiedono agli alleati europei una maggiore contribuzione alle spese della Nato, ragione per la quale, allorquando lo si fa, da parte di tutti – Turchia compresa... e successivamente spiegherò il nesso con richiamo a tal Paese specifico – dicevo, qualora ciò accadesse, bisogna pure mettere nel conto, che ogni Paese, può e deve dire la sua, innanzi ai vari scenari di guerra, con i quali ci ritroviamo sotto gli occhi.
Putin è un violatore del Diritto Internazionale, a cui qualche (pseudo) forza politica(nte) italiana, (stucchevolmente para)stellata, renderebbe facile la vita, proprio continuando a smerciare insulsi ed insensati laissez-passer, tipo ostacolare il giusto invio di armi ai resistenti Ucraini.
Certo, costoro (gli Ucraini) una volta ricevuta “la merce” dovrebbero non solo informare noi tutti del loro utilizzo finale, bensì rispettare gli accordi e “le regole di impiego o ingaggio”, senza “strafare” o farsi prendere la mano, oppure perdere il sano “freno inibitore”.
Vladimir Putin, è anche destinatario – giustamente o meno, ma secondo me correttamente – di un mandato di cattura internazionale, proprio per crimini di guerra, perciò è il male in terra, financo al suo stesso compatriotico predecessore dittaroriale, cioè il comunista Stalin (poiché le cose, bisogna dirle tutte e sino in fondo!).
Ordunque, per costui 'la mano” è stata pesante – ripeto, correttamente – mentre per un altro soggetto nostro contemporaneo, mi riferisco a Benjamin Netanyahu, manco per niente. Anzi, ancora troviamo trasversali “anime belle” tra la destra e la sinistra, italiana ed internazionale, che più volte tendono o a minimizzare, se non incredibilmente, cinicamente, assurdamente, inumanamente, giustificare le sue folli azioni. Si fa scudo della sua carica di Primo Ministro pro tempore israeliano, dimenticando quanto sia screditato nel suo stesso Paese, contestato da quasi tutta la pubblica opinione dello Stato Ebraico e per di più investigato dai loro magistrati, per reati finanziari e di furtilegio vario: tanto è vero ciò, che quando finirà tale sua ultima e nefasta performance governativa, molto probabilmente, gli si spalancheranno le porte delle sue patrie galere, dalle quali spero ne esca con le ginocchia a terra, a fronte di scuse, verso tutta l'umanità.
Ecco, qui sta il cuore del problema, cioè il diverso trattamento riservato a persone che hanno le stesse disdicevoli comportamentalità, stante la narrazione e il comune sentimento di noi occidentali, avversi a Putin, ma proni a Netanyahu.
Ma perché, per caso l'attuale Primo Ministro Israeliano non attua genocidio? Non pratica –reiteratamente e avverso plurimi Stati sovrani ed indipendenti – la violazione del Diritto Internazionale? Almeno Putin si ferma ad uno, rimanendo pure ciò un'aggressione a cui, giustamente ci ribelliamo! E sempre “questo qui”, Benjamin Netanyahu non è l'artefice persino dell'ennesima emergenza sanitaria in quel di Gaza?
Si, è cosi, in quanto la guerra e la carestia conseguente, proprio dovuta “alle operazioni militari” –termine falso, ma strumentalmente utilizzato da Netanyahu, essendo quella da lui ordinata una vera “pulizia etnica” – dicevo, financo le Nazioni Unite hanno proprio stamane (17 agosto) rilevato persino un focolaio di poliomelite infantile, allorquando questa piaga è stata debellata ormai e fortunatamente, già dalla metà del secolo scorso. In più, a denunciare questo nuovo abominio -assieme alle altre atrocità israeliane nella “Striscia” – non è un fanatico negazionista, bensì Guterres, Segretario Generale dell'Onu, che di nome fa Antonio, ma non Tajani (poiché nessuno ci avrebbe creduto, considerando l'insussistente impalbabilità “apolitica”, del nostro Ministro degli Esteri).
Che fare quindi? Innanzitutto - e qui torno alla Turchia – qualora Erdogan, in virtù di una “solidarietà musulmana sunnita” desse corso a quanto ventilato intorno all'11 Agosto, ovvero ordinare alle sue truppe uno sbarco sulla riva di Gaza, vorrei proprio vedere se la “cresta” di Netanyahu abbasserà o meno, anche in luogo al dettaglio non trascurabile che la stessa Turchia è un Paese Nato e perciò di implicazioni per ogni Stato membro di tutta l'alleanza, ve ne sarebbero eccome.
D'altronde non si può accettare l'arroganza di Israele, la quale sobilla, insinua e provoca, i suoi confinanti libanesi, con intollerabili ingerenze e violazioni della sovranità nazionale del Paese dei Cedri, sui propri territori, suoli, cieli e mari.
Difatti, qui a Beirut, viviamo con persino interferenze geotecnologiche, cagionate dagli Israeliani, tipo il blackout dei GPS civili, utilizzati da tutti noi, per “spostarci in casa nostra, da parte a parte”.
Quindi, alla luce di tutto quanto ho ben descritto e al netto della verità, possiamo attendere o scandalizzarci, se uno chiunque, non importa chi, ma dal più illustre statista all'ultimo dei commentatori, dovesse invocare e a giusta ragione, la stessa forma di mandato penale internazionale combinata a Putin, per un soggetto a lui consimile, ovvero Netanyahu?
Si badi bene, io non sto auspicando “formule drasticamente definitive” (sarebbe l'eliminazione fisica) parimenti a quanto sono soliti fare alcuni “capataz” Israeliani (benché, oggi, la nuova generazione di quel Paese disdegna azioni simili e hanno, quindi la mia più assoluta stima, perché dimostrano come i giovani sono migliori), e però non possiamo più oltremodo attendere un provvedimento simile, il quale tende a tardare, nel mentre a Gaza e nel sud del Libano, si continua a morire.
E si continua a morire o la carestia a patire, proprio per colpa e volere di Benjamin Netanyahu.