Ecco la genialata del ministro: meno tasse per chi ha più figli. Ma più tasse per i single e le coppie senza bimbi: previsto il taglio delle detrazioni, tetti più bassi delle spese da portare a rimborso, fino a franchigie più alte. Incredibilmente si puniscono proprio quelle categorie che avrebbero bisogno di un aiuto per costruire una famiglia. Il ministro dell’Economia Giorgetti lavora a queste misure da inserire nella manovra economica. C’è tanto da dire su questo. Ma solo qualcosa proviamo a dirla.

Finora abbiamo vissuto nell’Italia dei bonus, e anche qui ci sarebbe da discutere. Un diluvio di bonus. Bonus per i figli disabili. Bonus per l'asilo nido. Bonus per i libri scolastici. Bonus gite scolastiche. Bonus studenti. Assegno Unico Universale. Bonus sociale gas.  E decine di altri bonus. Lo Stato ha provato ad aiutare così le famiglie in crisi. Ma i soldi dei bonus arrivati a destinazione sono stati poco più di una mancia. La crisi economica, l’inflazione da record, gli altissimi costi dell’energia, hanno bruciato tutto.

Ora, a sostenere diversamente le famiglie interviene Giorgetti. Che deve pur avere in mente il celeberrimo “bambole non c’è una lira”, ma comunque punta ad un ambizioso obiettivo: quello di aumentare la natalità, perché ovviamente sa benissimo che l’Italia sta drammaticamente invecchiando. I dati fotografano una media di 1,2 figli per donna. Nel 2023 la diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è del 3,6%. La forte riduzione del numero medio di figli per donna riguarda l’intero territorio nazionale.

Ma davvero possiamo immaginare che in una coppia aumenti la voglia di avere più figli grazie a un centinaio di euro in più all’anno? Siamo completamente fuoristrada. Il problema non è qualche tassa in meno e un po’ di assegni in più. Il crollo della natalità è davvero qualcosa di tanto grave e complessa. Che si può sintetizzare in tre termini: certezza, futuro, sicurezza. I genitori hanno paura del futuro dei loro figli, mai così incerto come in questa nostra epoca. Tra guerre, mutamenti climatici, crisi economiche, il futuro appare immerso in un buio profondo. Lo Stato italiano da troppi anni non è più in grado di garantire servizi veri per le famiglie: gli asili nido, le mense scolastiche, l’assistenza, la cura, i trasporti. Tutti settori in piena crisi.


Le famiglie sono le prime vittime, costrette a vivere continuamente e quotidianamente sotto stress. Così le coppie resistono sempre di meno, e si sfasciano con enorme rapidità. Le pressioni esterne sull’ambiente familiare sono sempre più forti. In questo contesto i genitori hanno paura di non poter dare il meglio ai loro figli. Per cui un solo figlio appare già tanto. Infatti aumentano sempre più le coppie senza figli. La prima cosa da fare è capire come ridurre lo stress, la paura, la grande incertezza e l’instabilità economica. Gli stipendi non bastano più, sono del tutto insufficienti, per cui si vive in una insicurezza crescente.

E poi c’è il grande problema dell’organizzazione sociale. Che poi è il problema della qualità della vita: nelle grandi città, come in quelle più piccole, tutto è costruito senza tener conto dei bisogni e delle esigenze di una famiglia. Guardiamo i dati che riguardano le ore che perdiamo quotidianamente nel traffico. A Palermo 121 ore all’anno in coda, sono 107 a Roma, 86 a Torino, 61 a Genova e 59 a Milano. Il traffico cittadino è una delle maggiori cause dei ritardi e delle perdite di tempo. Perdiamo ore per spostarci da un capo all’altro di una città, per portare i figli all’asilo, per andare a lavoro, in palestra o al supermercato: un vero inferno. Un genitore non riesce a lavorare e contemporaneamente stare dietro alle esigenze dei bambini. Nelle grandi città questo si trasforma in un dramma quotidiano.

Questo accade ovviamente in moltissime città del mondo. Lo sforzo che dovrebbe fare un governo in Italia come in tanti paesi al mondo, è quello di mettere al primo posto, ma veramente, la famiglia, la coppia. Riportare fiducia, certezze, con veri sostegni economici e organizzativi. Solo così si può fermare il crollo continuo della natalità. Dobbiamo rendere le nostre città più vivibili, con servizi di qualità, con trasporti che funzionano, con una pubblica amministrazione efficiente. Si tratta quindi di una rivoluzione che va iniziata, perché non significa nulla diminuire qualche punto dell’Irpef, o qualche euro dalle tasse. Siamo proprio fuori strada. Sappiamo già che nel giro di pochi decenni l’Italia subirà un crollo del numero degli abitanti, così pure diverse grandi nazioni europee e anche il Giappone. Mentre è in continua crescita l’area africana che inevitabilmente finirà per spingere sempre di più verso l’Europa.

Mettere al mondo i figli è una grandissima responsabilità, ma tutto il peso purtroppo oggi è interamente scaricato sulle spalle di mamma e papà, senza alcun aiuto vero. Tutto rimane sulle loro spalle, all’interno di una società che purtroppo da tempo non dà più alcuna soddisfazione, tantomeno alcuna felicità.