Il Movimento 5 stelle deferisce ai probiviri la deputata Dalila Nesci mentre riserva al senatore solo pacche sulle spalle nonostante le numerose segnalazioni pervenute
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Caro Vito, non ti scrivo nè come nostalgica di un tempo politico che non ho vissuto (almeno dall’interno del Movimento 5 Stelle), nè come mera attivista o simpatizzante, ma come analista e intellettuale che ha conosciuto e vissuto, tra le altre cose, le atipiche dinamiche politiche calabresi.
Il momento storico che stiamo vivendo è uno dei più tragici e tristi del nostro Paese, ma la ‘Fase 2’ è logico che ‘riattivi’ anche la politica dei Partiti; ecco perchè non mi scandalizza che il collegio dei probiviri si sia oggi attivato nel definire taluni giudizi interni al Movimento 5 Stelle (con la cacciata, tra l’altro, dello storico esponente laziale Davide Barillari).
Faccio una dovuta premessa, a distanza di oltre dieci anni è fisiologico che una forza non-politica, divenuta politica, plasmi la sua fisionomia, rinnovi, rinfresci e (perchè no) rinforzi la sua identità in un’ottica che guardi al futuro. Unire il cuore di piazza e il lavoro del palazzo non è semplice, così come non lo è stato e non lo è, a volte, spiegare le logiche e le dinamiche parlamentari con le relative, mutevoli alleanze pro-tempore.
Ma, attenzione, la sola idea che possa sopraggiungere una logica raccomandatoria che faccia prevalere o offrire tutele e immunità a chi è più ammanigliato all’interno del Movimento non può che essere interpretata come un segnale di allarme da rilanciare.
Tra i deferiti ai probiviri, difatti, vi è un’altra esponente storica, Dalila Nesci, che da tempo ha intrapreso uno ‘sciopero delle rendicontazioni’ classiche, così come previste dalle norme interne al M5S, donando, invece, parte dello stipendio da parlamentare a favore di associazioni calabresi impegnate in attività culturali, diritti dei minori e assistenza dei malati di Sla.
Non risulta, invece, attivato il procedimento interno nei confronti di Nicola Morra (che non si vorrà mica liquidare con due pacche sulle spalle?), nonostante le molteplici segnalazioni pervenute, tra l’altro, dal coordinatore della campagna elettorale per le elezioni regionali nostrane Paolo Parentela. Già, perchè la Calabria è l’unica Regione che non ha esponenti del Movimento al suo interno e se uno dei primi provvedimenti del Consiglio regionale sarà l’aumento dei costi della politica con nuove commissioni, gruppi consiliari ed elargizione di vitalizi, oltre al permanere di una legge regionale incostituzionale è anche ‘grazie’ all’assenza grillina nell’assise.
Un risultato per il quale Morra ebbe di recente a riscoprire il suo attivismo politico, seppur limitato al boicottaggio e al picconamento (e non è la prima volta) del Movimento5Stelle a favore di altre logiche e altre forza politiche (o meglio dire, politici) ai quali strizza l’occhio da tempo.
Comprendo che una piccola e povera Regione possa non interessare ai leader nazionali, ma se alla Nesci si contesta un inadempimento formale e un animo ribelle; a Morra, qualora non possa essere deferito ‘per Ego’, si può certo contestare un fallimento politico.
Alessia Bausone, giurista