Lo sconsiderato decreto con il quale viene disposta la soppressione di 23 prefetture rappresenta l’ennesima dimostrazione della cesura creatasi fra i cittadini ed un governo che ha perso la cognizione della realtà. Impegnati nella formulazione di slogan sempre più vuoti, Renzi ed i suoi ministri dimenticano completamente le più basilari esigenze della popolazione: la sicurezza, l’ordine e la civile convivenza sono diventati un optional per chi, abituato ai salotti romani e fiorentini, non si rende minimamente conto che esistono territori dove l’affermazione della legalità sia una priorità assoluta. Uno scollamento sempre più chiaro che induce a mettere al primo posto i risparmi di spesa infischiandosene di cittadini che evidentemente vengono considerati di serie C. Soprattutto in un territorio che quotidianamente deve affrontare il problema della criminalità organizzata e in un periodo storico in cui gli sbarchi di migranti hanno raggiunto ritmi frenetici, come può pensare un governo che si ritiene all’altezza della situazione di sopprimere la prefettura di Vibo? Ogni presidio di legalità ormai è a rischio: ogni giorno c’è un taglio che riduce i diritti ed aumenta i pericoli, che fa percepire l’assenza dello Stato, che cancella le residue speranze dei giovani di poter mantenere la residenza in un angolo di Calabria che è stato abbandonato. Il fatto che la soppressione riguarderà 23 prefetture su 103 (quindi non si tratta di un provvedimento di carattere generale) conferma poi che sia stata operata una scelta precisa: alcuni capoluoghi di provincia in Italia sono stati considerati meno importanti di altri. Chissà se Renzi e i suoi compagni, al momento delle prossime elezioni politiche, considereranno il voto dei vibonesi meno rilevante di quello degli italiani di altre città.