“Giorno dopo giorno le mie affermazioni circa il processo di colonizzazione della Calabria trovano nuovi e importanti riscontri. Un governo regionale sempre più servo di quello centrale non riesce più a compiere passi in autonomia, ma agisce dietro gli impulsi radiocomandati della sede romana o, se dobbiamo essere ancor più precisi, fiorentina”.
E’ quanto afferma in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Nazzareno Salerno.
“La richiesta, effettuata da Oliverio, di una task force della Presidenza del Consiglio finalizzata a coordinare l’impiego delle risorse comunitarie – prosegue Salerno - sembra essere una nascosta presa d’atto di decisioni già deliberate da parte di chi sta utilizzando questo territorio a seconda delle convenienze. Evitando momentaneamente di entrare nel merito di quanto sta accadendo con il commissariamento della Sanità, non si può non notare le ridondanti dichiarazioni del premier Renzi sulla Calabria: ci sono occasioni in cui viene additata come luogo di piagnistei, altre in cui viene indicata come oggetto di una immaginaria azione del Governo circa l’Alta velocità, salvo poi registrare le rettifiche e le smentite dei ministri. Ma in questo scenario dov’è la voce politica della Regione? Pare da nessuna parte o forse è quella impercettibile che dice ‘sì’ al momento di subire scelte. Viene allora da chiedersi: ma la supergiunta tecnica, plasmata con l’obiettivo di attuare un epocale cambiamento, non è capace di attuare un progetto di sviluppo con l’uso dei Fondi comunitari? Possibile che abbia bisogno della task force? Possibile che i calabresi, costretti a sostenere i costi di questi assessori esterni, debbano anche assistere al ricorso a questa opzione/imposizione? Il destino della Calabria dipenderà dalle esigenze politiche di Renzi e dai suoi preparativi per le prossime elezioni? Sono convinto che una terra come la nostra – afferma ancora Nazzareno Salerno - che da sempre dà i natali a straordinarie menti che si fanno strada a livello globale per intelligenza e lucidità, meriti di più: soprattutto non può accettare di essere umiliata e calpestata per poi essere chiamata in causa nel momento in cui è necessario raccogliere qualche consenso funzionale a placare i bisogni degli uomini di un partito che, con le sue lotte intestine, ne ha compromesso il futuro”.