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“Una mozione di NCD, prima firmataria Dorina Bianchi, fatta propria dal Governo nazionale tenta di riaprire una discussione su un’opera inutile e dannosa come il Ponte sullo Stretto il cui iter progettuale era stato bloccato nel corso della scorsa legislatura”. È quanto scrivono la Cgil Calabria e la categoria Filt dello stesso sindacato.
“Ora, per rispondere a grandi interessi lobbistici, si tenta di riaprire una questione che nulla a che vedere con la modernità della prospettiva dell’Area dello Stretto e con la necessità di un efficiente sistema di mobilità dell’area. Di più, appare incomprensibile se non addirittura offensivo per l’intelligenza dei meridionali tentare di far passare l’idea del ponte come “infrastruttura ferroviaria” quando proprio sul terreno dell’infrastruttura le Ferrovie dello Stato hanno depredato la Calabria, la Sicilia e gran parte del Sud, senza investimenti sufficienti e con una rete ferroviaria colabrodo, vecchia ed in parte non elettrificata e a unico binario.
Ma a cosa servirebbe il ponte sullo Stretto che facesse passare i treni dalla e per la Sicilia quando solo uno o due sono i treni passeggeri a lunga percorrenza e quando di fatto la società di Ferrovie dello Stato che gestiva il trasporto delle merci, Cargo, è stata di fatto liquidata? A cosa serve il ponte sullo Stretto quando da anni e inutilmente si chiedono investimenti per velocizzare la linea da Reggio Calabria e Battipaglia, intervenendo anche sul nodo di Sapri e prefigurando una nuova linea veloce per circa 350 chilometri in grado di rendere più europeo e moderno il trasporto delle persone, lasciando la vecchia linea al trasporto merci, rispondendo così anche alle richieste di Bruxelles allo stesso modo di come è stata costruita l’alta velocità in Francia, con poche risorse e in tempi rapidi?
A cosa serve il ponte sullo Stretto quando l’impegno del Governo dovrebbe essere quello di connettere quest’area con il Mediterraneo, con i suoi scambi commerciali che sono il punto di forza per la crescita economica di una grande area del mondo, compresa la Calabria, dove insiste un porto come quello di Gioia Tauro le cui potenzialità sono da tutti decantate ma con pochi impegni concreti? A cosa serve il ponte sullo Stretto quando l’intero sistema infrastrutturale calabrese fa acqua da tutte le parti senza una idea di quando possa terminare la costruzione della Statale 106 o di quando possa essere ultimata la Salerno-Reggio Calabria? A cosa serve il ponte sullo Stretto quando gli aeroporti di Reggio e Crotone rischiano il fallimento e la chiusura condannando così gran parte dei cittadini calabresi all’emarginazione ed al confino?
Ecco, pensavamo che il ponte sullo Stretto fosse una discussione chiusa per tante ragioni. Ed invece scopriamo che qualcuno tenta di riaprirla e ci stupisce enormemente il fatto che la prima firmataria sia una calabrese dell’area di Crotone dove il treno cammina come nel far west senza elettrificazione e su un solo binario senza nemmeno arrivare a Roma. Dall’on. Dorina Bianchi ci saremmo aspettati una mozione per l’elettrificazione della linea ferrata jonica che rispondesse ai bisogni dei cittadini di quell’area. Ed invece pensa al ponte….chissà perché. Siamo seri”.