Il Movimento dei Repubblicani Europei (Mre) sostiene la sottoscrizione dei referendum nazionali su Eutanasia e Giustizia e chiede ai propri militanti e a tutti i cittadini di firmare negli appositi spazi autogestiti e presenti sull'intero territorio calabrese. Il coordinatore regionale Carlo Piroso fa dunque suo l’appello lanciato dal segretario nazionale del partito, Luciana Sbarbati, ritenendo che «il referendum, a prescindere dal risultato, costituisca uno strumento di partecipazione democratica dei cittadini e deve pertanto essere sostenuto. Sempre e a prescindere». 


Di seguito il testo del comunicato diramato dalla senatrice Sbarbati: «Giustizia ed eutanasia sono questioni che dovrebbero trovare in Parlamento il loro inquadramento normativo ed è molto apprezzabile in tal senso l’azione riformatrice della Guardasigilli Marta Cartabia. Invitiamo i cittadini, tuttavia, al di là del loro orientamento personale, a firmare i quesiti referendari: il primo sulla Giustizia, presentato dal Partito Radicale e dalla Lega, e il secondo sull’Eutanasia presentato dall’associazione Luca Coscioni. Solo così potremo ottenere un dibattito nazionale e una svolta democratica su scelte che non possono aspettare ancora».

«Da forza di sinistra laica e riformista non ci sfugge che finora anni di proposte e discussioni parlamentari non sono approdate a niente. L’Italia dispone di una Giustizia animata da magistrati coraggiosi, in nome della loro piena indipendenza si pongono i Repubblicani, ma frenata da troppi nodi irrisolti e che proprio in questi giorni viene nuovamente stigmatizzata dalla Commissione per non essere in linea con i parametri di un sistema pienamente europeo».

 La cultura laica - conclude la nota - difende la libertà di scelta della persona fino alla fine, ma constata quanto sia ipocrita una forma di eutanasia a volte praticata di fatto però non legale. Risulta infatti penosa e discriminatoria la necessità di rivolgersi a centri medici esteri per chi se lo può permettere. È proprio in queste situazioni critiche nella società, alle quali corrisponde un acclamato stallo legislativo, che l’istituto referendario permette agli italiani di esprimersi in prima persona».