Le cinque federazioni calabresi del Partito Democratico sono critiche nei confronti del presidente della Regione: «Pare abbia inteso esercitare la sua funzione non nella responsabilità di governatore ma come commentatore»
Tutti gli articoli di Note stampa
PHOTO
«Quello del Presidente della Regione sembra essere ormai un refrain: vacua propaganda ed inefficace azione amministrativa. L'on. Roberto Occhiuto sembra voler rinunciare all'effettivo governo della Calabria. Pare abbia inteso esercitare la sua funzione non nella responsabilità di "Governatore" ma nelle vesti di semplice "Commentatore"». È quanto si legge in una nota diffusa dalle cinque federazioni provinciali del Pd calabrese, che criticano l'operato del presidente della Regione Roberto Occhiuto, mettendo in fila una serie di questioni che vanno dalla gestione dell'emergenza sanitaria all'Alta velocità.
«La prova è data da una continua pratica di annunci sulle emergenze della sanità. Nella sua duplice veste di Commissario e Presidente della Regione, in continuità con le fallimentari gestioni commissariali del passato, non ha ancora provveduto all'accertamento del debito pregresso effettivo. Doveva essere questo l'atto basilare e propedeutico per poter puntare ad una tempestiva e reale opera di riqualificazione ed efficientamento dei servizi sanitari».
«Non avviene diversamente in riferimento alla gestione di altri importanti servizi primari: acqua, rifiuti e trasporti. Si continua, infatti, ad esportare, a costi elevati a carico dei contribuenti, i rifiuti all'estero nel mentre la Regione insegue fantomatici obiettivi di riorganizzazione del sistema di smaltimento, oltretutto, senza neanche preoccuparsi di prevenire il rischio di una grave emergenza nei prossimi giorni».
Le federazioni provinciali del Pd sottolineano con la matita rossa anche la gestione Occhiuto, in merito ai problemi riguardanti l'emergenza idrica: «Per quanto riguarda il ciclo idrico è grave che l'assillo fondamentale sia stato quello di accentrare a livello regionale la gestione, bloccando il percorso avviato dalla maggioranza dei comuni calabresi, generando così il rischio concreto di una perdita di ingenti finanziamenti Pnrr per l'ammodernamento e l'ingegnerizzazione delle reti».
«Senza ancora procedere - continua ancora la nota -, in ottemperanza alle proprie competenze, verso alcuna ottimizzazione del trasporto pubblico locale, ieri il Presidente Occhiuto ha dato, poi, una ulteriore prova della sua mission propagandistica. Ha rilasciato dichiarazioni stampa che potrebbero avere il merito di paralizzare i procedimenti amministrativi volti realizzazione della nuova linea ferroviaria di Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria».
«L'on. Occhiuto si lascia andare nell'ormai retorica rivendicazione piagnona, per lamentare che la Calabria sarebbe stata tagliata fuori dal Pnrr per gli investimenti sulla Alta Velocità. Alla demagogia e propaganda sacrifica l'opportunità di mettere in condizione la Regione ad essere l'ente più impegnato e più operativo per la realizzazione della nuova ferrovia. Si rischia solo di abbaiare alla luna quando non ci si preoccupa di monitorare e vigilare sulle fasi attuative della realizzazione dell'opera, per fare, invece, una polemica niente affatto funzionale all'obiettivo di costruire in tempi realistici la nuova infrastruttura».
«È davvero fuori luogo doversi attardare nella critica di non aver previsto nel Pnrr finanziamenti superiori a quello di 1,8 miliardi di euro già stanziato, a fronte del fatto che circa ben 9 miliardi di euro sono stati programmati e già impegnati nel fondo complementare del bilancio dello Stato.Anche uno sprovveduto, non in malafede, sa bene che la scelta di impegnare fondi propri dello Stato è una inoppugnabile manifestazione della volontà del Governo nazionale e del Parlamento a considerare strategica ed irrinunciabile la realizzazione dell'opera».
«È notorio, inoltre, che i fondi Pnrr sono subordinati a vincoli di cantierabilità e rendicontazione della spesa che impegnano tempi di esecuzione non rinviabili oltre il 31 dicembre 2026, pena la perdita del finanziamento».
«Sarebbe stata una vera e propria beffa se la programmazione del più grande investimento finalizzato alla Calabria negli ultimi trent'anni fosse stato previsto nel Pnrr. Ammesso che qualche scellerato avesse voluto proporre una scelta simile, sarebbe stato solo un inganno, in quanto non sarebbe stato mai possibile realizzare lavori così complessi e ancora in grande parte privi di progettazioni esecutive, entro la fine del 2026. A questo proposito, per la stessa galleria Santomarco, come si sarebbe potuto ipotizzare che i lavori per ben 17 km di galleria, nonostante il progetto sia stato già posto all'esame del "Dibattito Pubblico", si sarebbero potuti realizzare e consegnare entro il 2026? Aver finanziato con il fondo complementare questo progetto costituisce la garanzia della certezza dell' ottenimento dell'intero importo (26 mld), in quanto il raddoppio della galleria Santomarco è strategico per la realizzazione della nuova linea finalizzata al trasporto delle merci da Gioia Tauro verso le direttrici europee e alla integrazione con il sistema ferroviario dei corridoi posti sul versante ionico e tirrenico».
«L'alternativa alla scelta del fondo complementare dello Stato sarebbe stata quella di rinviare sine die il finanziamento dell'opera. La scelta compiuta, invece, di impegnare i fondi statali assicura la certezza del finanziamento e il definitivo completamento dell'opera senza alcun vincolo o condizionamento di tipo sanzionatorio che potrebbe fare della nuova linea ferroviaria una ennesima incompiuta».
«Sarebbe il caso, dunque - si legge in conclusione -, che invece di fare propaganda, dal chiaro sapore elettoralistico, la Regione potesse, da subito, chiedere conto dello stato della progettazione dell'intera tratta calabrese affinché la disponibilità di 26 miliardi di euro, prevista nel bilancio poliennale dello Stato, non vada dispersa. Solo così si potrà prevenire che l'assenza dei progetti, così come avviene per la SS 106-E90, possa essere causa di pesanti ritardi o di impedimento nella realizzazione dell'opera».