La nomina della Giunta è una nuova pagina del regionalismo calabrese.
E’ la prima volta, infatti, che nel governo calabrese siede una elevata componente femminile.
Non c’è, poi, precedente nella storia del regionalismo di un esecutivo composto interamente da assessori esterni che interpretano riconosciute ed elevate competenze.
E’ un nuovo inizio più che di questa legislatura della stessa vicenda storica del nostro regionalismo: ora è netta la distinzione tra il potere legislativo e quello esecutivo-amministrativo.
Mario Oliverio dovrà dar conto ai calabresi del mandato di governo;  allo stesso modo il Consiglio Regionale dovrà rispondere del mandato di fare buone leggi.
E’ stata una scelta coraggiosa e resa possibile dalla riforma dello Statuto regionale, il cui merito è da ascrivere non solo al Presidente Oliverio ma ad un’ampia maggioranza qualificata del Consiglio Regionale.
Il tempo intercorso dall’insediamento di questa legislatura non è trascorso invano.
La mini-giunta ha fatto un buon lavoro. Ha fronteggiato emergenze e gettato le basi dell’azione strategica.
In particolare è stata svolta una intensa attività sulle problematiche del lavoro e delle politiche sociali ed è stato recuperato il grave ritardo sulla programmazione dei fondi europei 2014/2020.
Con il nuovo esecutivo si potrà dare un’accelerata per l’attuazione di una efficace strategia di cambiamento.
E’ fin troppo evidente che questa scelta non è la bocciatura della politica o il cedimento ad una deriva giustizialista. Al contrario è la proposizione di una politica che si assume fino in fondo, come ha fatto Oliverio, le proprie responsabilità.
Mai come in questa fase, per recuperare il primato della propria funzione, la politica dovrà essere concepita prima di tutto come capacità progettuale e non come ripiegamento nella mera gestione amministrativa.