Il vicepresidente Confassociazioni Calabria Gian Paolo Stanizzi accusa i legislatori di ignorare il problema e auspica una presa di posizione da parte degli imprenditori, associazioni e ordini professionali
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* di Gian Paolo Stanizzi
C'è un problema che ancora oggi il nostro Legislatore ignora (o finge di ignorare)! Un problema che riguarda una normativa, quella degli Enti locali in stato di dissesto, sin dal 2013 dichiarata dalla CEDU lesiva dell’articolo 1 protocollo 1 e dell"' art. 6 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo. In pratica, una normativa che limita in maniera illegittima il diritto di proprietà del cittadino!
Con questa sentenza la CEDU ha ben sottolineato che in quanto componente statale, un’autorità locale non può utilizzare le proprie difficoltà finanziarie come scusa per non onorare i pagamenti dovuti ai propri fornitori. La nomina di un organo straordinario di liquidazione non può giustificare il mancato riconoscimento delle intere somme reclamate dai creditori dell’ente. Questo - ripetiamo - quello che ha scritto nel 2013 la CEDU. Ad oggi nulla è cambiato.
Dal momento della dichiarazione di dissesto il creditore è costretto ad attendere i tempi biblici della procedura di dissesto, anche quella straordinaria, ed a subire la richiesta (estorsiva?) dell'Organismo Straordinario di Liquidazione con decurtazione della somma capitale di una percentuale variabile dal 40 al 60 per cento. Sono centinaia ad oggi gli enti locali dissestati. Inutile dire le conseguenti gravi ripercussioni sulla situazione economica dei fornitori e, conseguentemente, delle realtà locali! E perciò, serve una urgente modifica della normativa in materia per adeguarla al dettato normativo e giurisprudenziale europeo!
Abbiamo appreso che un gruppo di parlamentari, primo firmatario l'On. Wanda Ferro, dimostratasi sempre sensibile verso questa problematica, nei giorni passati aveva presentato un emendamento al Decreto Rilancio proprio per evitare che questa indegna "estorsione" si continuasse a perpetrare ai danni dei tanti soggetti che da anni aspettano di essere liquidati dagli Enti. Un emendamento molto importante che avrebbe consentito ai creditori che non hanno accettato la pesante decurtazione di entrare in possesso delle somme già esistenti ed accantonate nelle casse degli enti locali. Un emendamento, quindi, che non avrebbe comportato nuova spesa per la Stato, non necessitando di copertura finanziaria.
La volontà politica, purtroppo, è stata di avviso opposto: la Commissione Bilancio ha dato parere contrario all' emendamento che, modificando il comma 4 dell'art.258 del TUEL, avrebbe consentito quantomeno ai creditori di entrare immediatamente in possesso delle somme offerte a titolo di transazione, restando impregiudicato il diritto del creditore di ottenere la somma residua, al momento del ritorno in bonis dell'Ente. Una importante boccata di ossigeno per migliaia di imprenditori, commercianti e liberi professionisti in questo momento di gravissima crisi finanziaria!
Si auspica una corale presa di posizione da parte delle Organizzazioni imprenditoriali, del mondo delle Associazioni, degli Ordini Professionali per un'azione congiunta che miri a sollecitare il nostro Legislatore, anche in sede di conversione del Decreto Rilancio, ad adeguare la normativa nazionale al principio europeo ed a restituire dignità a chi con fiducia ha prestato la propria opera, materiale ed immateriale, allo Stato italiano.
* Vice Presidente Confassociazioni Calabria