Il SUL Calabria ha scritto al Presidente della Commissione Speciale di Vigilanza del Consiglio Regionale Domenico Giannetta, sollecitando un incontro informale per avviare le necessarie istruttorie per una discussione concreta e fattiva sulle sorti del CORAP con il SUL e, eventualmente, con le altre sigle sindacali.

«La legge regionale apposita, approvata nella passata legislatura - si legge in una nota -, è stata parzialmente impugnata dalla Corte Costituzionale, ma non sta vedendo né le correzioni dovute in merito all’articolo contestato e nemmeno l’attività concreta riguardo al resto della legge. Ora ci chiediamo: questa legge deve restare in piedi, con la doverosa modifica dell’articolo anticostituzionale, deve essere modificata più profondamente, deve essere cassata con una legge specifica? Non si tratta di discussioni retoriche, ma di scelte strategiche che deve fare il legislatore regionale. Da queste scelte dipende il futuro dei dipendenti CORAP; se la legge rimane in piedi occorre passare subito alla attuazione dell’articolo che prevede il passaggio dei dipendenti ad una apposita Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali a cui vanno affidate le funzioni previste dalla legge».

 

«Insomma, la situazione rimane caotica e le scelte difficilmente comprensibili, anche perché non supportate da un piano industriale che funga da riferimento e filo logico e perché troppe cose rimangono in sospeso: che fare della depurazione, ad esempio, se internalizzarla come chiediamo noi o se cederla per vendita o appalto a privati. Tutto vago e tutto indefinito. I dipendenti del CORAP hanno diritto di avere delle risposte e che termini un balletto stanco ed improduttivo che, a tutt’oggi, non è riuscito a determinare una soluzione che sia una in diversi anni di inutili confronti e ha solo partorito una legge sbagliata tanto da essere impugnata dalla Corte Costituzionale».

 

«Il SUL ha dato la propria disponibilità alla discussione di merito - è la conclusione - ma, ha rilevato la difficoltà a dibattere a causa anche dei dati che risultano ballerini, come quelli del disavanzo dell’Ente che parte da 100 milioni, poi si dimezza, poi diminuisce ulteriormente. Perciò abbiamo chiesto alla Commissione di Vigilanza ed al suo Presidente di voler stabilire un confronto per avere tutti gli elementi e per poter agire con i poteri e l’autorevolezza che questa commissione ha per mandato».