Di circa 66.000 candidati al concorso straordinario docenti, previsto a partire dal 22 ottobre, 13.500 saranno costretti a spostarsi in un'altra regione per sostenere la prova. Sono questi i dati che allarmano l'associazione Gilda, sindacato a tutela degli insegnanti, che sottolinea in un comunicato l'impossibilità di proseguire con le normali procedure concorsuali in una situazione di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, di cui non si prospettano migliori sviluppi.

Il concorso prevede lo spostamento dei candidati da una regione di Italia all'altra: «A titolo di esempio: nella giornata del 28 ottobre la Campania, la cui situazione sanitaria è in piena evoluzione, dovrà accogliere 831 candidati provenienti da cinque regioni diverse, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Molise», spiega il sindacato.

Ma i pericoli legati alla mobilità riguardano anche gli spostamenti dalle zone centrali verso quelle più remote della stessa regione. A tal proposito Gilda biasima la scelta di permettere a qualsiasi scuola di candidarsi come sede d'esame: «Si sta rivelando scriteriata la scelta di affidare le sedi d'esame alla libera candidatura di tutte le scuole del territorio, senza privilegiare le sedi più prossime ai collegamenti delle aree urbane, portando ad esempio il 27 ottobre candidati provenienti da Puglia e Basilicata a doversi spingere fino a Caltagirone, nell'entroterra della provincia di Catania, o a Randazzo sul versante nord dell'Etna, per sostenere le prove del concorso».

 

Il sindacato degli insegnanti si preoccupa, inoltre, del rischio di perdere completamente la possibilità di partecipare a un concorso tanto agognato come questo, soprattutto per quei docenti che attendono una cattedra da anni: «Sarebbe inaccettabile se qualche docente precario, da anni in attesa di stabilizzazione, perdesse quest'occasione per motivi sanitari o perché in quarantena. Riteniamo -aggiunge la Gilda- che sia assolutamente indispensabile prevedere una prova suppletiva per tutti coloro che, per motivi di salute legati al Covid-19, non potranno partecipare».

 

Se la richiesta di far slittare le giornate di concorso non dovesse essere accolta, il sodalizio vuole sollecitare al ministro Azzolina la prospettiva di far svolgere a ciascun candidato la prova nella propria regione di residenza, per ridurre gli spostamenti al minimo indispensabile, evitando gli assembramenti di massa sui mezzi pubblici e in sede di prova.