Così il capogruppo Pd in Consiglio regionale in merito al comunicato ufficiale che esclude il rientro a breve dei tanti studenti e lavoratori corregionali al Nord
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«Presidente Santelli, mi permetta di dirglielo con chiarezza: non intendiamo strattonare nessuno, noi ci muoviamo alla luce del sole. Tantomeno vogliamo ricorrere strumentalmente a quelli che lei apostrofa, come “buoni sentimenti”. La questione dei nostri corregionali rimasti bloccati fuori sede è un problema che la politica non può far finta di non vedere e una Regione non si governa semplicemente aspettando che il tempo passi. Perché questo tempo passa sulla pelle di esseri umani».
È quanto dichiara il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Domenico Bevacqua, in merito al comunicato ufficiale della presidente che esclude il rientro a breve dei tanti studenti e lavoratori precari senza più reddito oggi confinati in varie zone del nord per l’emergenza sanitaria.
«L’appello pubblico che le ho rivolto nei giorni scorsi – prosegue Bevacqua rivolgendosi alla presidente – nasce dall’ascolto e dalla ricezione di un disagio, di un dolore, che montano sempre più acuti e si alimentano di una precarietà che diventa sempre più insostenibile. Chi le scrive è stato fra i primi a pretendere misure severe per il contenimento e il distanziamento sociale: ne sono prova i miei contatti quotidiani e preoccupati con lei stessa e quelli ripetuti e costanti con i rappresentanti Pd in seno al Governo nazionale e con il Ministro della Difesa Guerini.
In accordo con tutto i colleghi consiglieri regionali Pd, abbiamo perfino avallato, con il nostro silenzio, anche la sua ordinanza di chiusura dei confini della Calabria, pur sapendo che il suo atto era probabilmente illegittimo e anti costituzionale. Basti questo per rammentare il senso di responsabilità che ha contraddistinto il nostro agire e le forti preoccupazioni presenti nei nostri animi per il rischio che potevamo correre con una ondata violenta di arrivo del covid nella nostra regione. La realtà, però, non è statica, si evolve: e la politica non può stare a guardare.
I dati epidemiologici concernenti la nostra regione e le più autorevoli previsioni scientifiche, sono decisamente confortanti e consentono di operare, con la dovuta cautela.
La mia proposta di venire incontro alle oggettive e pressanti difficoltà di tanti giovani concittadini, conteneva e contiene delle condizioni precise e doverose: corse ferroviarie dedicate per gli studenti e lavoratori precari da concordare con il governo nazionale, vincolando il loro rientro all’obbligo della quarantena e, ove fosse necessario, anche alle prove tampone. Fra l’altro, pianificando, programmando e governando la soluzione, eviteremo i tanti rientri furtivi e fuori controllo».
«Cara presidente – conclude Bevacqua - l’autorevolezza e la forza di una guida istituzionale si manifesta nell’assunzione attiva delle responsabilità che competono e nella capacità di programmare e guidare momenti difficili e complessi. Mi permetto di rammentarle che stiamo parlando di cittadini che hanno dimostrato di sapere cos’è lo spirito civico, allorché hanno deciso di non partecipare all’esodo di massa dei primi di marzo. La ricompensa che hanno maturato non può essere l’esilio o l’elargizione di mance per il sostentamento economico: la vicinanza alla famiglia, agli affetti, al calore umano, non è monetizzabile, non è compensabile. Pertanto, nel pieno della correttezza istituzionale ma con la più ferma convinzione, la esorto a riflettere e a ritornare sui suoi passi»