A Petilia Policastro l'artista ha realizzato anche dei murales in un vicolo diventato più bello e luminoso, ma ha ancora tante cose da realizzare
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A Petilia Policastro è tornato in vacanza un artista che aveva un sogno: realizzare una libreria libera, aperta a tutti, dove chiunque può portare uno o più libri e prendere quello che preferisce. L'iniziativa è stata promossa dall'artista Giuseppe Caruso insieme alla moglie Manuela, ed ha recuperato per questo un vecchio immobile, allo scopo di farne un punto di incontro, un’ officina culturale, un angolo di ritrovo e confronto.
Qui Caruso è molto conosciuto e apprezzato: c’è un vicolo che grazie ai suoi murales è diventato più bello e luminoso. Ora tutto è andato avanti e dopo un anno di lavoro e tantissimo impegno, una vecchia casa del centro storico è diventata un luogo di riscatto, di rinascita, e Dio sa quanto ne abbia bisogno proprio ora il centro di Petilia Policastro, in cima all’alto crotonese, una realtà difficile, resa assai complicata da una condizione geografica di isolamento. Sono quelle realtà in cui fanno notizie le cose cattive ma non quelle buone che qui sono tante, come tanta è la gente onesta e perbene che combatte quotidianamente per la legalità, lo sviluppo e la crescita. Ma di tutto questo non mi racconterà niente nessuno.
A Petilia una libreria non c'era. Ora c’è. È libera e gratuita, chiunque se ne può servire. Tutto questo grazie a Manuela Arminio, docente di inglese e a Giuseppe Caruso, artista e docente. Stamattina in un post di Facebook di Caruso si legge: «Questi sono tutti gli scatoli, scatoloni, bustoni, pacchetti che abbiamo trovato al nostro rientro. Sono centinaia libri che oggi apriremo. Oggi è il nostro primo giorno di vacanze. Lo passeremo aprendo le scatole e sfogliando libri. In questi giorni vedremo come reperire libreria e altro. Se volete aiutarci potete inviarci i vostri libri, ma ancor più importante potete aiutarci con la raccolta fondi per acquistare un pò di libreria». Di libri ne stanno arrivando da ogni parte d'Italia. Da Milano, Alba (Cuneo), Bagnuolo Ostuni (Brindisi), dalla scrittrice Cardin Silvana da Teolo (Pordenone) e poi ci sono state alcune persone che hanno donato due bastoni pieni di libri. L’appello di Manuela e Giuseppe è stato accolto. «Le nostre vacanze le passeremo sfogliando libri e cercando di capire come meglio poter arredare la libreria, sperando nel gradito sostegno di tutti».
Giuseppe Caruso, ama molto la Calabria, tantissimo il suo paese d’origine. Così ha deciso di ritornarci dopo aver studiato e vissuto a Firenze, Tokyo e Berlino. Ha girato il mondo, con sua moglie Manuela, ma è voluto tornare qui a Petilia, perché dice di avere tante idee da realizzare e progetti da portare avanti. Dopo l’appello di Manuela e Giuseppe sono arrivati circa 1200 libri, da sistemare e catalogare. Ma Giuseppe si dà da fare per tutto il resto, sistemando la vecchia casa, curando anche i particolari, dipingendola dei colori giusti, rendendola calda e accogliente. Diventerà la prima libreria di Petilia, aperta a tutti, gratuita e libera. Ma soprattutto un interessante punto di incontro. E certamente questo, quello che hanno fatto e Petilia Manuela e Giuseppe, il modo migliore per voler bene alla propria terra di origine.
Tanto è l’amore di Giuseppe per il suo paese: «a volte mi chiedo se sia meglio abitare in una grande città. Poi vedo il mio paese, quelle 4 case, quel piccolo forno, sento il gallo. E mi accorgo che forse ho tutto quello che mi serve per vivere una vita semplice e felice. Qui ancora i vecchi si tolgono il cappello quando entrano in chiesa. Qui ancora i piccoli salutano i grandi. I grandi lo pretendono. Ed è bello così. Forse non avrò mai una galleria d'arte importante come quelle londinesi, o milanesi, ma almeno ho tanti amici, ho un paese che mi conosce, che mi stima. Forse qui non resterò mai solo. Anche il profumo del pane in un paese ti fa compagnia. Ancora ho un pò di anni davanti. Non so se sbaglierò, ma alle belle e fredde luci della città preferisco il canto del gallo e un buongiorno al mattino». E poi come non condividere le conclusioni di Giuseppe Caruso: «Forse dovremmo apprezzare di più le cose semplici. Non ci sarebbe tutta questa frenesia, tutto questo rancore e ancora questa smania di successo. Un bicchiere di vino, un pò di formaggio sciolto al camino e un pezzo di pane. Alla fine la vita è questa. Unica, semplice, rara, bella»