Ambiente giusto, aria di proibizionismo, la giusta intimità, drink ricercati e proibiti abbinati ad una cucina di livello con piatti provocatori.

Mi sono imbattuto in Twenties, aperto nel 2021 da un ragazzone di 20 anni, Simone Vetrano con la passione per il mixology. In uno dei palazzi storici di Montepaone, Simone decide di aprire un locale da un format mai visto prima, un tuffo nel passato, negli anni dove l’America conosce la crisi economica, la rivoluzione dei drink “sottobanco”, della musica old jazz, degli uomini gangster, delle donne che portano gonne corte e godono di uno stato di parità dei sessi. Nascono le big band musicali e si balla il charleston. Twenties richiama tutte queste tematiche, con cimeli e arredamento tipico.

Un drink per ogni piatto e un esperimento ben riuscito: cacio e pepe con le cozze

Ogni piatto, ogni pizza può essere abbinato ad un drink realizzato da Simone, al momento. «Abbiamo il nostro angolo di Gintoneria - spiega - in base a cosa mangi ed ai tuoi gusti di bere, ti creo il drink ideale». Ci accomodiamo nella sala esterna del locale, usata per l’estate, e lasciamo carta bianca a Simone per la nostra cena. Ci porta subito due Gin Tonic giusto per aprirci l’appetito. Un volcano rose per Francesca, un Dr. Rob Pino mugo e mirto per me. Superlativi.

Lo chef Federico Monea, come antipasto ci delizia con un polpo arrosto cotto a bassa temperatura, patata allo zafferano, cipollotto brasato, maionese di pomodoro al grill. Cottura superlativa del polpo, consistenza e sapore della maionese al pomodoro eccellente, mentre la patata vi lascia soddisfatti a metà. Ma dopotutto il protagonista del piatto é il polpo, va bene così. Tra un ritmo lento di jazz e una ballata anni 20, arriva a tavola il piatto che ho considerato “della provocazione”. Dei cappellacci di pasta fresca, ripieni di cacio e pepe con l’aggiunta di cozze. Un piatto decisamente riuscito, pasta buona al sapore, il tipico cappellaccio da mangiare anche con burro e salvia, proprio per assaporare la consistenza della pasta. Il ripieno del cacio e pepe con le cozze, personalmente mi è piaciuto parecchio.

La prova della pizza: la "persistenza della memoria"

È il momento delle pizze, la “That’s Life” con pomodoro, provola affumicata nel fieno, pepe nero, basilico e olio evo. Una sorta di Margherita rivisitata, dai sapori più decisi e intensi. L’altra pizza ha un nome decisamente poetico, la “Persistenza della memoria” con mozzarella Fiordilatte, blu di capra, cialda di parmigiano, fonduta di pecorino romano e riduzione di vino rosso. Avete presente una “quattroformaggi”? Ora stravolgetela usando ingredienti di grande qualità, che passa dal tocco salato, leggermente piccantino fino al dolce e aspro del vino rosso. Impasto “nuvola” molto alveolato, ma con una piacevole sorpresa. Il cornicione è leggermente croccante all’esterno e morbido all’interno, merito del grande pizzaiolo Cristian Caristo, che con un forno elettrico di tutto rispetto, ha creato delle opere d’arte.

Il Twenties farà parlare di se, per il cibo, per il buon bere, per lo spirito di gruppo del team, per l’identità del locale e per la mentalità di Simone Vetrano. Un tocco di genialità e follia, un ragazzone imprenditore che ha voglia di fare e farsi conoscere.

Tra un morso e l'altro, ecco la video recensione del Twenties