Domani sera in scena una delle commedie più coinvolgenti e rappresentative della produzione dell’autore e regista che ha segnato la storia del teatro dialettale calabrese
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La rassegna teatrale “Nel segno di Gemelli”, ideata dal direttore artistico del Teatro comunale di Catanzaro, l’attore e regista Francesco Passafaro, prosegue con un nuovo attesissimo appuntamento nel centro del centro storico.
Domani, mercoledì 5 marzo alle 20:45, il pubblico potrà assistere alla messa in scena di “Basta: Abbasta e Suverchja”, una delle commedie più coinvolgenti e rappresentative della produzione di Nino Gemelli, autore e regista che ha segnato la storia del teatro dialettale calabrese.
«Questa commedia – racconta Passafaro – è nata nell’estate del 1992, un periodo che ho vissuto in prima persona accanto a Nino Gemelli e sua moglie Sina. Avevo appena 11 anni e passai quei mesi con loro: al mattino facevamo lunghe passeggiate, il pomeriggio era dedicato alla scrittura e, alla sera, rileggevamo insieme i progressi del testo. Ho visto questa commedia prendere vita giorno dopo giorno e posso dire di aver persino contribuito alla sua idea iniziale».
L'ispirazione per Basta: Abbasta e Suverchja nasce da un elemento della vita quotidiana di Passafaro: «Tutto è partito da una lavagna che avevamo in casa. Mio padre la usava per annotare appunti di lavoro e appuntamenti, ma spesso regnava una gran confusione. Proprio da qui Nino ha tratto l'idea che ha dato origine a questa storia esilarante, che oggi riportiamo in scena con un ritmo ancora più incalzante».
La rassegna Nel segno di Gemelli vuole celebrare la tradizione teatrale catanzarese, riproponendo testi che fanno parte del patrimonio culturale della città. «Questa commedia contiene l’essenza del nostro essere catanzaresi – aggiunge Passafaro – tra modi di dire, ritmi incalzanti e un gruppo di attori affiatati che rendono lo spettacolo ancora più divertente».
«Portate amici, parenti, chiunque vogliate – conclude Passafaro – perché le commedie di Nino Gemelli sono una meraviglia di cui tutti abbiamo bisogno. È tempo che i catanzaresi si innamorino della loro città».