Se ne sta disteso su una collina al di là della strada, la 107, la Statale che da lì porta dritta a Paola e alla costa tirrenica. Avvolto nel silenzio dei giorni ordinari che si infrange, all’interno, tra le bancarelle del mercato in piazza. Da lontano, San Fili è una lingua di vecchie case che si tengono strette le une alle altre attorno a un massiccio edificio che si innalza nel mezzo, toccando il punto più alto del paese. È da qui che tutto è nato, da questo punto si è sviluppato il centro abitato, una comunità stretta attorno alla sua fede religiosa.

Nei primi documenti San Fili compare come Felum, poi diventa Terra Sancti Felicis, la Terra di San Felice, in onore del santo venerato in quella che allora era la chiesa parrocchiale e che oggi è la chiesa matrice dell'Annunziata, che, come una madre, dalla cima di una scalinata veglia sulla vita che scorre ai suoi piedi. Vi si arriva da un labirinto di vicoli e vicoletti, dove ogni tanto una finestra si apre e spunta fuori una mano che sventola un panno o due occhi che guardano al cielo, cercando di decifrare il percorso di nuvole che non si sa se vanno o vengono.

Religione e fede, custodite in alto, mentre magia e mistero permeano le strette viuzze. San Fili è bianco e nero, come il castagno che si incontra fuori dell'abitato. Accompagnato dallo scroscio costante di una fontanella, se ne sta in un piccolo spiazzo. Il suo tronco è per metà arido legno, oggi tana di lucertole e formiche, per l’altra metà deflagra invece in rami e foglie verdi. La morte e la vita strette l’una all’altra. Come se il mistero e la magia prendessero forma proprio qui.

San Fili è noto come il paese delle magare: streghe e fattucchiere che erano in realtà guaritrici. Preparavano rimedi naturali a base di erbe per i malanni più comuni, ma si riteneva che sapessero anche scacciare il malocchio e preparare filtri d'amore.

L'atmosfera magica e suggestiva che permea i racconti tramandati da nonni a nipoti rivive ancora nelle Notti delle magare, la kermesse che ogni estate celebra il lato un po' sinistro del paese attraverso un variegato cartellone di eventi che accende di voci e colori il centro storico.

Ma non ci sono solo le magare a nutrire il fascino oscuro di San Fili. Di generazione in generazione viene anche tramandata una leggenda: è quella della Fantastica, una donna vestita da sposa che ogni tanto compare agli incroci delle vie. In passato, veniva usata per spaventare i bambini, evitando così che si allontanassero troppo da casa. La storia di questa donna volante, però, è entrata a far parte del patrimonio di cultura e tradizioni del posto.

Si dice avesse perso il suo bambino e che perciò se ne andasse in giro in cerca del figlio perduto, importunando tutti i bimbi che incontrava. Piazza Francesco Cesario è uno dei punti in cui è più probabile incontrare la Fantastica, proprio perché qui si incrociano le strade che portano al cuore e alla periferia del paese. Come fili che si intrecciano su una tela intessuta di storia e leggenda, di ciò che realmente è stato e di ciò che sarà per sempre.