È una delle località più rinomate in Calabria, conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza, la sua storia, il suo patrimonio culturale. Pizzo, in provincia di Vibo Valentia, si affaccia sul mar Tirreno adagiata su un suggestivo promontorio. È una finestra aperta sull'orizzonte, un punto di osservazione privilegiato per chi attende pazientemente di veder sparire il sole dietro le onde per ammirare i colori di emozionanti tramonti. Secondo la tradizione, le origini del borgo risalgono ai tempi dell'antica Grecia. Tuttavia, soltanto dal 1300 si registrano notizie certe della presenza di un forte e di una comunità di basiliani nella zona.

Lungo la Costa degli Dei, Pizzo si presenta con ampie spiagge, insenature rocciose, acque limpide e un caratteristico centro storico a picco sul mare. Ed è proprio lungo i vicoli e le strade che si aggrovigliano nella parte alta del paese che, di tanto in tanto, le case allineate allargano le distanze tra loro aprendo piccole fessure, squarci nel cemento, spiragli verso l'esterno. Passaggi stretti da cui è possibile scorgere in lontananza il mare. Come una via di uscita, un'apertura sulla libertà, un varco che conduce a nuove emozioni.

Il castello Murat

Dedicato a Gioacchino Murat, il castello aragonese è uno dei simboli più identificativi della cittadina calabrese. È qui che, il 13 ottobre del 1815, il re di Napoli venne fucilato dopo aver trascorso gli ultimi giorni della propria esistenza. Il castello fu costruito nel 1400 su indicazione di Ferdinando I d'Aragona. La struttura, caratterizzata anche da due torrioni cilindrici e da un ponte levatoio, venne realizzata come fortezza militare e prigione. La strategica posizione dell'edificio consentiva un controllo migliore sul mare per contrastare gli attacchi provenienti dalla costa. Tra i vari ambienti della fortezza è possibile ammirare una ricostruzione storica del periodo di detenzione trascorso da Gioacchino Murat all'interno della struttura.

Piedigrotta

Un luogo che contribuisce a rendere il comune di Pizzo una delle località più visitate in Calabria è certamente la Chiesetta di Piedigrotta. Un piccolo edificio di culto, un luogo di preghiera scavato, secondo la tradizione, nella pietra arenaria nel XVII secolo da alcuni naufraghi e successivamente ampliato. La Chiesetta è collocata a pochi metri dal mare e per accedervi è necessario percorrere una scalinata che dal piano stradale raggiunge l'edificio e quindi la spiaggia. Quello a cui i visitatori vanno incontro entrando nella Chiesetta è un manifesto della tradizione popolare e dell'arte religiosa calabrese. Un monumento capace di tenere assieme fede e leggenda, devozione e storia. Verso la fine dell'Ottocento, è stato l'artista di Pizzo Angelo Barone a scolpire nella roccia una serie di statue tuttora visibili, dalla Madonna di Pompei ad alcune scene della vita di Gesù, dall'Angelo della morte a San Giovanni. Un lavoro paziente, certosino, di grande pregio, portato avanti con l'aiuto del figlio Alfonso a cui si devono anche alcuni affreschi realizzati alla morte del padre.


Le spiagge

Per un tuffo in mare poi c'è solo l'imbarazzo della scelta: dalla spiaggia di Piedigrotta alla Marinella, dalla spiaggia della stazione alla Marina di Pizzo. Scegliere un posto per trascorrere una giornata rilassante nel comune incastonato nella provincia vibonese è un compito che presenta più alternative. Nella Marina di Pizzo, particolarmente suggestivo e meritevole di essere visitato è l'antico molo di "Pizzapundi", una passerella che taglia il mare in due intromettendosi nel suo blu. Un corridoio che spunta dal litorale consentendo ai residenti, ai turisti e ai visitatori di spingersi al di là della spiaggia e, passo dopo passo, proseguire per qualche metro il proprio cammino ammirando in lontananza lo Stromboli.



Il racconto di Pizzo e dei suoi punti di forza necessita di andare oltre la descrizione delle spiagge, del castello, delle numerose chiese. Accanto a tutto questo, resta un insieme di storie, di botteghe artigiane, di fontane, di terrazze panoramiche. E poi ancora il vicolo del bacio, il salotto di piazza della Repubblica, il Tartufo di Pizzo da gustare in uno dei tanti bar che animano il borgo. Senza dimenticare l'installazione de "Il collezionista di venti" realizzata dall'artista Edoardo Tresoldi. Un'opera in rete metallica, che ritrae un uomo seduto vicino al Castello aragonese con lo sguardo rivolto all'orizzonte. Sembra pensieroso, forse stanco. Con il mare di fronte, contrapposto alle preoccupazioni del presente.