«L'importante è che quella corda non la molli mai».

È questo l'avvertimento che Peppe Trovato, istruttore di canyoing, lascia ad una ragazza prima di farle iniziare il suo percorso di discesa nel torrente: quella del percorso a Natile di Careri, nel cuore dell'Aspromonte, è solo una delle tantissime attività che il complesso montuoso reggino garantisce agli appassionati di sport estremi. Un'esperienza imperdibile, che permette a visitatori e appassionati di accedere a posti solitamente esclusi dalle visite e dai circuiti ufficiali.

Angela Latella, guida ambientale escursionistica e presidente dell'associazione Magna Graecia Outdoor, sostiene da tempo come si possa lavorare alla promozione del territorio attraverso lo sport a contatto con la natura: «Quando siamo soli, fuori dalla città, scopriamo cose di noi che non sappiamo: propensioni, capacità di rischio. E poi c'è così tanto da vedere: se sapessimo promuoverlo, parleremmo davvero del paese più bello del mondo».

Così, tra un piede sulla roccia, un casco bel calcato in testa e il corpo legato alle corde, abbiamo trascorso una giornata all'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte insieme ad un gruppo di escursionisti che per una giornata ha deciso di mollare i ritmi frenetici della città per scoprire la discesa lenta, difficoltosa ma costante nei torrenti secchi calabresi. Ecco com'è andata nel racconto di questa giornata.