FOTO | Dal restyling dei sentieri alla creazione di nuovi itinerari. E poi ancora la formazione delle guide ufficiali e il progetto per rendere alcune tappe fruibili a persone con disabilità. La direzione del Parco: «Qui risorse uniche»
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Boschi incontaminati, luoghi di culto, tradizioni millenarie e una natura capace di dominare su ogni paesaggio. Il parco regionale delle Serre “mette in collegamento” l’area delle Serre con il massiccio dell’Aspromonte. È un sito antropizzato che coinvolge ben 26 comuni e le province di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Negli anni, grazie al ruolo delle associazioni e all’impegno dell’ente guidato dal commissario Alfonso Grillo e diretto da Francesco Maria Pititto, ha assunto un ruolo sempre di maggior peso nello scacchiere turistico calabrese. Il suo punto di forza è il mix perfetto di natura, storia e religione. Non semplicemente una tappa per passeggiate domenicali “mordi e fuggi”, ma un’area caratterizzata dalla presenza di siti di grande interesse culturale. Costellata da borghi da favola, impreziosita dalla presenza di panorami suggestivi.
I siti d’interesse culturale
Tra i grandi attrattori: la Certosa di Serra San Bruno e il suo Museo grazie al quale viene illustrata ai visitatori la storia del sito fondato da San Bruno nonché la vita all’interno del monastero, tuttora brulicante di attività. Vi è poi il monastero ortodosso di San Giovanni Theristis a Bivongi, un vero e proprio capolavoro dell'arte bizantino-normanna del sec. XI, che dopo nove secoli di abbandono divenne sede dei monaci greco-ortodossi del monte Athos. Furono loro gli artefici della ricostruzione ortodossa in Calabria.
Sempre nel comprensorio reggino, vi è la Cattolica di Stilo, un tempietto greco-bizantino la cui costruzione risale al X secolo e sorge alle pendici del Monte Consolino. Sulla “via della fede”, anche la Chiesa dell'Immacolata di Badolato. È situata oltre la porta est del paese, sul poggio dal quale lo sguardo può spaziare da Capo Colonna fino a Punta Stilo. E poi ancora la Chiesetta di Piedigrotta dove storia e leggenda si fondono consegnando al visitatore un luogo pregno di fede, di arte e di antica bellezza. A Stilo troviamo invece la Ferdinandea, bosco e dimora borbonica. Tuffo nell’antica ricchezza dell’area delle Serre con le Reali ferriere ed Officine di Mongiana, un importante complesso siderurgico realizzato a Mongiana nel 1770 - 1771 da parte della dinastia dei Borbone di Napoli. Gli itinerari, inoltre, permettono di raccontare anche la storia del comprensorio partendo dalle fortezze grazie alla presenza dei castelli di Pizzo, di Cardinale, di Arena e di Stilo.
I siti naturali
Oltre al bosco Archiforo, foresta mista di abete bianco e faggio, il parco delle Serre vanta la presenza di rigogliosi corsi d’acqua: «Alle imponenti cascate del Marmarico – ci spiega la direzione dell’ente parco – si aggiungono la cascata di Pietra Cupa sulla fiumara Assi agro di Guardavalle, e poi il lago Angitola, e ancora il laghetto collinare incastonato nell'oasi naturalistica di Passo dell'Abate». L’Ente definisce queste risorse «uniche» e parla delle «grandi potenzialità» del Parco che, anno dopo anno «sta registrando crescite, sia sul fronte dell’escursionismo che del ciclo-turismo: «Per quanto riguarda il trekking – si fa rilevare – abbiamo un turismo di prossimità. Mentre nel secondo caso, le presenze sono soprattutto extra regionali». Il Parco ospita anche l’oasi naturalistica del lago dell'Angitola, creato artificialmente nel 1966 sul vecchio alveo del fiume che nasce a Capistrano. Venne vincolato come oasi nel 1975. Gli abeti bianchi caratterizzano poi il bosco di Santa Maria di Serra San Bruno. La località il nome dall’edificio religioso che si erge al centro di giganteschi alberi, dove San Bruno, fondatore dell'ordine certosino, faceva penitenza e fu sepolto.
La formazione
Molto si sta lavorando sul fronte della formazione: «È fondamentale – spiega la direzione del Parco – offrire un servizio di qualità tramite personale preparato. Ma non solo. Oltre alla conoscenza del territorio è indispensabile che le guide abbiano almeno una formazione base per quanto riguarda il primo soccorso. Si tratta di zone montane e l’improvvisazione può essere rischiosa per l’utente». Proprio su questo aspetto, l’ente ha recentemente confezionato un corso con l’Aige nazionale, allo scopo di dare la possibilità ai giovani di formarsi e conseguire il patentino di “guida ufficiale”.
Turismo per persone con disabilità
Tra le prospettive future, il Parco si sta adoperando per consentire la fruibilità di alcuni tracciati anche a persone con disabilità: «Si punta ad attrezzare alcuni sentieri per renderli accessibili anche a soggetti in carrozzina, per esempio. Oppure l’utilizzo di segnaletica tattile, filmati con spiegazioni nella lingua dei segni». Altri interventi hanno riguardato il ripristino di percorsi naturalistici, l’inaugurazione del sentiero della baronessa Scoppa «e anche il restyling del sito e la dotazione di un’apposita app dedicata al Parco». Pubblicizzare il parco su più fronti, significa attirare una platea più vasta di visitatori. Ad implementare le strategie di valorizzazione, anche una prossima pubblicazione riguardante la botanica del Parco. C’è la volontà di inaugurare nuovi sentieri, per esempio tra Capo Vaticano e Monasterace. Un ultimo aspetto concerne invece i poli culturali dislocati sul territorio: «Cerchiamo – evidenzia la direzione del Parco – di mettere in rete i musei al fine di offrire degli itinerari e tappe in grado di riempire la giornata del turista. Interlocuzioni sono in corso con il museo di Monterosso».