VIDEO | La struttura sorge nel territorio di Caulonia ed è custodita dall'anacoreta francese padre Frederic Vermorel
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Un luogo sospeso nel tempo. Uno spazio dove riconnettersi alla terra e al divino. Nel territorio di Caulonia, all’interno dei confini della frazione San Nicola, sorge l’eremo di Sant’Ilarione. La sua struttura è particolarissima dal momento che sorge su una roccia che divide l’ansa del fiume Allaro. La sua datazione è incerta. Si ipotizza che un primo impianto risalga al XII secolo e venne poi ampliato fino al 1721, aggregando via via nuove costruzioni. L’ultimo restauro risale agli anni Trenta. È un luogo di solitudine, di preghiera, in linea con la funzione stessa degli eremi che rappresentavano luoghi di fuga dal mondo per monaci proveniente soprattutto dalla Mesopotamia, dalla Siria, Turchia e Grecia.
L’eremo in origine era composto solo da una torretta affiancata da una cappella (dotata di antiche decorazioni), poi ingranditasi. Lo stile del piccolo luogo di culto rimanda alle chiese siriache. Le panche si trovano disposte sui lati mentre le immagini sacre stanno ad indicare l’importanza del cammino verso il Paradiso.
In questo luogo, dal 2003, vive l’anacoreta francese padre Frederic Vermorel. Prima di quella data, l’antico luogo versava in uno stato di quasi abbandono. Veniva tenuto in vita grazie soprattutto a fedeli e cittadini del luogo che continuavano a tenere viva la fede nei confronti di Sant’Ilarione.
Il culto di Sant’Ilarione
L’Eremo è dedicato alla figura di Sant’Ilarione, patriarca dei monaci di Palestina. Visse tra la fine del II e inizio III secolo. Nacque a Gaza ma dopo gli studi ad Alessandria d’Egitto, decise di condurre una vita eremitica che lo portò in un lungo pellegrinaggio tra Egitto, Sicilia, Dalmazia e Cipro. Il culto si diffuse in Calabria grazie ai monaci intorno all’XVIII e X secolo. Dal secolo XVII, Sant’Ilario è patrono principale di Caulonia. La sua festa ricorre il 21 ottobre.
L'accoglienza all'eremo
Nonostante il silenzio, la natura rigogliosa e al contempo aspra che circonda l’impianto, non si tratta di una struttura chiusa al mondo esterno. Tutt’altro. Vi trovano accoglienza decine e decine di persone desiderose di vivere un periodo di preghiera. Lavoro, preghiera e accoglienza sono infatti le basi che caratterizzano l’anima più profonda dell’Eremo e del suo attento custode.
La puntata della Terra del Sole
A questo luogo straordinario è stata dedicata una puntata del format targato LaC “La terra del sole”, condotto da Giuseppe Gervasi.