Ospita alberi monumentali e presenta caratteristiche uniche. Christoph Nardo, dottore forestale: «Qui c’è racchiusa tutta la storia di Serra San Bruno»
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Ricorda i paesaggi fiabeschi, le foreste popolate da fate e buffi gnomi. Camminare nel bosco Archiforo significa immergersi nei suoni della natura, nel lento scorrere del ruscello, nei colori delle foglie che salutano l’autunno. Un’esperienza imperdibile per gli amanti del trekking e delle lunghe passeggiate: «Aprendo qualsiasi libro di botanica e facendo riferimento al genere “Abies” – ci spiega Christoph Nardo, docente nonché dottore forestale e ambientale- constatiamo che c’è sempre riferimento al bosco Archiforo di Serra San Bruno che riveste molta importanza sia dal punto di vista storico, sia ambientale sia paesaggistico».
Il bosco Archiforo di Serra San Bruno e il legame col territorio
L’area non solo raccoglie una grande varietà di piante ma si lega ai paesi del territorio: «Nel bosco Archiforo – sottolinea il professionista - c’è scritta tutta la storia di Serra San Bruno e del comprensorio». Il legame è fortissimo e ha radici profonde: «Fin dall’antichità l’uomo svolgeva le sue principali attività economiche all’interno del bosco. Dall’estrazione del legname per costruire le abitazioni o manufatti. Non solo. Anche il granito veniva prelevato e trasformato dagli artisti in vere e proprie opere artistiche o architettoniche». Pertanto il bosco «attraversa i luoghi in cui gli scalpellini estraevano il granito, i boscaioli tagliavano la legna e si creavano le "niviere". Si tratta di grandi buche in cui si pressava la neve. Venivano poi ricoperte di arbusti per mantenere la neve intatta in vista della stagione estiva. Poi, si vendeva il tutto ai bar per consentire la preparazione di granite e gelati. Tutte attività economiche che ruotavano attorno al bosco».
Gli alberi monumentali
Il bosco Archiforo (foto Gabriel Figliuzzi) è speciale anche dal punto di vista ambientale: «Rappresenta un unicum dal punto di vista della vegetazione. Abbiamo infatti la possibilità di trovare la consociazione dell’abete bianco e del faggio. Stiamo parlando – evidenzia Nardo - di una quota che va dagli 800 m sul livello del mare fino ai 950/1000 m s.l.m. Dai 1000 metri in su insistono boschi puri di faggio. Gli alberi – continua - sono in prevalenza maestosi abeti bianchi nella parte inferiore del bosco, man mano che si sale gli abeti si mischiano ai faggi anch'essi monumentali, ma in minoranza di numero rispetto agli abeti. Nel 2014 è stato individuato all’interno del bosco l'abete bianco più grande d'Europa, alto oltre 55 metri con una circonferenza del tronco di 5,5 metri».
Alberi maestosi
Particolare, inoltre, la conformazione del territorio: «L'esposizione prevalentemente a Nord, le estati fresche ma soleggiate, le nevi al suolo da dicembre a marzo inoltrato e un regime pluviometrico di 2000mm l'anno creano le condizioni ideali per una crescita così imponente degli alberi. Il bosco Archiforo – aggiunge lo specialista - si presenta nettamente differente rispetto ai consueti boschi. È pulitissimo, sul terreno non vi è traccia di rovi o edera, e gli alberi sono spesso coperti da un fitto strato di muschio (soprattutto in estate) che ricopre tutto il tronco fino in cima». Inevitabilmente «il bosco trasmette al visitatore una sensazione di serenità e aulico rispetto ed è forse per questo motivo che San Bruno scelse questi posti come eden di pace e serenità».
Il bosco Archiforo, come arrivarci
Il bosco risulta essere di proprietà del comune di Serra San Bruno. Rientra tra i quaranta siti mondiali dove si può fare ricorso alla silvo-terapia, il famoso "Bagno nel bosco". È una pratica di avvicinamento alla natura, ai fini terapeutici, per poter ritrovare il benessere interiore. I primi studi risalgono agli anni Settanta in Giappone.
Vi sono diversi sentieri che percorrono e attraversano questa meraviglia. Nel 2013, grazie al progetto 2bparks finanziato da Mediprogramme, è stato inaugurato dal Parco naturale regionale delle Serre il sentiero Archifòro, lungo 1,3 km e da percorrere in un'ora. Il sentiero parte dal vivaio in località Rosarella (900 metri), passa per Bello e località Pietra del Signore (1080 metri) caratterizzato dalla presenza di un batolite granitico. Ecco il percorso dettagliato illustrato nelle linee guida del Parco delle Serre.
Arrivati a Serra San Bruno si prosegue sulla ex ss 110 verso Mongiana, si imbocca la Via San Brunone, poco dopo Via Cartesio e quindi Via Foibe che conduce a “Rosarella”. Si sale costeggiando il recinto del vivaio fino a raggiungere l’entrata del bosco Archiforo, contrassegnato da una tabella informativa. Il visitatore percorre un tratto pittoresco lungo un canale. Il percorso nella foresta è segnato e battuto, riconoscibile per la presenza di alcune opere come staccionate e passerelle. Si raggiunge un punto contrassegnato dalla presenza di una piccola cascata, un ponte e la ricostruzione di una carbonaia. Qui sarà possibile rifornirsi di acqua.
Il cammino riprende, sempre in salita, affrontando un tratto impegnativo che porterà il visitarore in breve al gruppo granitico conosciuto come “Pietra del Signore”. Pochi metri alle spalle di “Pietra del Signore” corre una strada asfaltata. Si tratta di una via interpoderale che collega alla ex SS 110 presso il bivio per Arena sulla piana di Ninfo. Mantenendo la formazione rocciosa alle nostre spalle si gira a sinistra e percorrendo circa 390 m si incrocia, sempre sulla sinistra, una strada sterrata. Questo secondo tratto completamente in discesa ci riporterà al vivaio “Rosarella” in circa 40 minuti. Proseguendo, infine, su strada asfaltata per altri 240 m si ritornerà al punto di partenza. Nello spiazzo antistante l’entrata al vivaio è collocata un’area picnic.