Anche se secondo il calendario sia passata da un po’, l’estate sembra non volersi allontanare, con il caldo finalmente non soffocante che continua però a lasciarci la voglia di andare al mare o alla scoperta dei luoghi più belli e a volte nascosti che la Calabria ci regala.

Prima di lasciare spazio all’autunno, alle tisane, ai caminetti e ai riscaldamenti accesi, perché non approfittare di questo ottobre appena cominciato, dal clima ideale per gli ultimi itinerari lungo la regione? Questa volta vi accompagneremo a scoprire Bova Marina, tra spiagge e pinete, con piccola tappa ai suggestivi calanchi di Palizzi, per un itinerario tra mare e patrimonio storico culturale per godersi gli ultimi caldi del periodo.

Bova Marina, in provincia di Reggio Calabria, fa parte del territorio della Bovesia, area il cui nome trae origine proprio dal paese di Bova, capitale della Calabria Greca, uno dei pochi luoghi in cui ancora viene parlato il grecanico o greco di Calabria. 

A due passi dal borgo che fa parte dei più belli d’Italia, anche Bova Marina non è da meno in bellezze, panorami e scorci storici. Come si può vedere anche da località “Il Borgo”, cuore del centro storico del paese che si affaccia sullo Ionio, tra vicoli, scalette, e case tutte vicine tra loro che parte dalla stazione per arrivare fino al Torrente Siderone. 

Da questa parte troverete anche vecchi bar ancora frequentati, e potrete perdervi tra i vicoletti diroccati e suggestivi.

Rocca del Capo tra mare e religione

Nell’acqua del mare, di un particolare azzurro intenso, si trovano di tanto in tanto scogli e rocce di fronte a spiaggette anche riservate e dove trovare anche un po’ di ombra sotto gli alberi delle pinete. Come quella di Capo San Giovanni d’Avalos, conosciuta anche come Rocca del Capo, raggiungibile tramite una corta discesa verso la spiaggia caratterizzata da alberi che regalano un’ombra perfetta della quale approfittare se fa troppo caldo. Mentre si scende vedrete il sole brillare sul mare, che si presenta con gradazioni di colori diversi in base al momento della giornata e alla luce. 

Alla fine della discesa sarete arrivati alla spiaggia libera, fatta di sassolini, che per via degli alberi lungo la piccola strada per raggiungerla, risulta in alcuni punti anche riservata poiché non visibile dalla strada. Cosa che vi permetterà di non dover fare a gara per accaparrarvi un posto perché non conosciuta moltissimo. A destra troverete anche una piccola grotta, ottimo punto in cui sistemarvi se non avete l’ombrellone e decidete di prendervi una pausa dal sole.

Al ritorno dalla spiaggetta, dopo un bagno nelle acque limpide che ogni tanto lasciano spazio a qualche scoglio, bevete alla fontanella se avete sete e prendete la salita fatta a gradoni che trovate proprio di fronte, la quale vi porterà fino ai resti di un’antica Torre Saracena. Un ripido ma breve percorso vi guiderà fino in cima, dove oltre alla torre si trova anche la statua della Madonna del Mare, o Stella Maris, molto venerata dagli abitanti di Bova Marina poiché artefice di un miracolo. Secondo la storia, il borgo dei pescatori di Capo San Giovanni nel 1677 fu distrutto da una forte mareggiata, che risparmiò solamente una tela raffigurante La Deposizione, risalente al 1400, episodio che spinse a voler costruire un tempio dedicato alla Beata Vergine del mare, al centro di numerosi pellegrinaggi. Nel 1965 fu collocata proprio in cima a Capo San Giovanni una statua di bronzo di 3 metri e mezzo di altezza, realizzata dallo scultore napoletano Celestino Petrone e fatta arrivare a bordo di un elicottero militare. Un anno dopo fu eretta a Santuario la chiesetta a pochi metri dalla statua. 

La sinagoga ebraica e le chiese bizantine

Risalente al IV secolo d.C, si trova a Bova Marina uno dei siti più importanti d’Europa, la sinagoga ebraica più antica finora scoperta in Italia, seconda solo a quella di Ostia Antica.

Il suo ritrovamento avvenne in modo del tutto casuale durante alcuni lavori di ammodernamento stradale, che fece venire alla luce il sito.

La costruzione era formata da due ambienti di forma quadrata, con il pavimento della sala, probabilmente quello della preghiera, caratterizzato da un prezioso mosaico che racchiude alcuni simboli della tradizione iconografica ebraica, realizzato con tessere policrome raffiguranti il nodo di Salomone.

Probabilmente nel V secolo venne aggiunta un’abside destinata alla custodia permanente dei rotoli della Torah, termine che in ebraico significa “insegnamento” e disegna il Pentateuco, ovvero i primi cinque libri della Bibbia. Le due aree sepolcrali ritrovate nei pressi dell’edificio invece potrebbero risalire alla sua distruzione, che avvenne probabilmente nel VI secolo, e in seguito all’abbandono dell'area della Bovesia. A Bova Marina avrete anche la possibilità di intraprendere l’interessante itinerario del Parco archeologico Archeoderi, in contrada San Pasquale, che vi farà scoprire anche gli aspetti storici e culturali del luogo che si affaccia sullo Ionio. Sarà infatti possibile visitare tutta l’area attorno alla sinagoga e diversi reperti di varie epoche passate, dal neolitico, a quella del bronzo, passando per l’età magno greca e quella bizantina. 

Di quest’ultima epoca rimane come testimonianza la chiesetta della Panaghìa, per struttura simile ad altre due della stessa epoca: quella del battistero di Santa Severina, in provincia di Crotone, e della Cattolica di Stilo, che come quella di Bova Marina sono a forma circolare.

Sempre dell’epoca bizantina rimangono anche ii ruderi della chiesetta di San Niceto, del X secolo, posizionata su una piccola collina in località Apambelo.

I Calanchi di Palizzi

Dopo aver esplorato Bova Marina, vista la poca distanza, non potete perdervi una visita ai calanchi bianchi di Palizzi, considerato uno dei patrimoni più importanti in Calabria ma anche in Italia dal punto di vista naturalistico e geologico.

I Calanchi sono grandi formazioni di argilla che si amalgamano a gusci di piccoli organismi di plancton, formatisi circa 3 milioni di anni fa proprio qui dove il mare arrivava ad una profondità anche di 1000 metri.

Parcheggiate nella vicina pineta in località Spropoli, un sito alberato che si trova proprio di fronte, facendo attenzione ad attraversare la strada che vi porterà direttamente sui calanchi.

Vi troverete di fronte a montagne completamente bianche e aride, senza vegetazione, se non per alcuni punti in cui si trovano i ponsai, alberelli nati naturalmente a causa del poco nutrimento del terreno.

Il bianco quasi accecante dell’ora in cui il sole è più alto e centrale, lascerà spazio a toni più tenui e dorati nel pomeriggio, quando il cielo si lascerà colorare dai toni del tramonto alle sue spalle.

Vi sembrerà di stare letteralmente in un luogo fuori dal nostro pianeta, in cui scattare bellissime foto non solo con telefono e fotocamera, ma anche con la vostra memoria, per catalogarlo tra i posti più incredibili che possiate mai vedere.