Il padre e la madre della nota cantante erano originari del suggestivo borgo del Catanzarese. Il paese con i suoi boschi di querce, faggi e castagni, governa dall'alto la valle del fiume Amato
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È la bellezza la specialità del posto. Con le sue coste a tratteggiarne i fianchi, il suo entroterra a colorarne il centro e la sua storia a definirne l'identità, la Calabria si presenta come una terra sovrabbondante di splendore. Tra Ionio e Tirreno, tra Pollino e Aspromonte, la regione è punteggiata da centinaia di borghi e città che spingono lo stupore e la meraviglia a giocare allo scoperto, a scendere in campo in fretta.
Serrastretta, in provincia di Catanzaro, è una di queste realtà. Con i suoi boschi di querce, faggi e castagni, governa dall'alto la valle del fiume Amato. Il suo territorio tocca i 1198 metri di altitudine sul monte Condrò. È qui che il passo degli uomini deve interrompersi in quanto è impossibilitato a puntare più in alto. Ma lo sguardo, a quell'altezza, può concedersi una vista che aiuta ad accettare l'idea che non si possa andare oltre nel cammino.
Fondata secondo alcune fonti nel 1383 dalle famiglie Bruni, Mancuso, Fazio, Talarico e Scalise, il nome della comunità fa riferimento alla posizione occupata in una gola stretta alle pendici della Sila. Il piccolo centro fu feudo della famiglia Caracciolo e nel 1609 venne acquisito dalla famiglia D'Aquino che consentì al borgo di svilupparsi economicamente nel campo dell'artigianato e nel commercio del baco da seta. Alterne vicende attraversarono poi la storia e il governo di Serrastretta fino ad arrivare ai tempi più recenti.
C'è un nome segnato indelebilmente sulla pelle della comunità, come fosse un tatuaggio. È quello di Dalida, cantante e attrice nata il 17 gennaio 1933 in Egitto, divenuta famosa in tutto il mondo e in particolar modo in Italia e in Francia. Ad unire sentimentalmente l'indimenticabile artista, venuta a mancare nel 1987, con Serrestretta sono le origini dei genitori di Dalida. Il padre e la madre di Iolanda Cristina Gigliotti, questo il vero nome della cantante, erano infatti originari del suggestivo borgo calabrese. Nel 1962 la stessa Dalida decise di riannodare i fili della memoria, di ripercorrere a ritroso il percorso della sua famiglia, e di fare pertanto visita al comune di Serrastretta. In quell'occasione si esibì in uno spettacolo devolvendo successivamente l'incasso ad un orfanotrofio della zona. In paese, grazie all'associazione "Dalida", nell'intento di omaggiare e ricordare la figura della celebre interprete, venne aperta la "Casa Museo Dalida" ed iniziarono ad essere promosse diverse iniziative per tenere vivo il ricordo della cantante.
Tra i vari aspetti che contraddistinguono la vita sociale ed identitaria del paese, è opportuno ricordare anche una preziosa tradizione artigianale del paese, quella legata alla trasformazione del legno. Grazie ad un territorio ricco di faggete, a Serrastretta si è diffusa in particolar modo l'attività di produzione di sedie di faggio. Una specificità divenuta, negli anni, un vero e proprio punto di incontro tra il mondo dell'arte e quello del lavoro. Un aiuto importante per l'economia locale ma anche, una ragione ulteriore, grazie soprattutto ai "mastri seggiari", per far visita a Serrastretta ed entrare in contatto con l'antica tradizione dell'impagliatura e dell'intreccio dei fili di "vuda".