Il nome è testimonianza evidente della sua origine: risale infatti al tempo dei Romani dove Agellus, nome primigenio, stava a significare piccolo campo
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Un piccolo borgo incastonato nella Valle dell’Oliva, difficile da raggiungere ma con una storia di grande interesse che parte dagli antichi romani e arriva fino ai giorni nostri. Aiello Calabro è una vera chicca dell’entroterra tirrenico: il paesino, collocato nella provincia di Cosenza pur essendo geograficamente più vicino a Lamezia Terme, conta solo 1379 abitanti, e come evidenziato dalle immagini potremmo idealmente inserirlo tra i paesi calabresi che negli ultimi anni stanno vivendo la “dinamica dello spopolamento”.
Il nome Aiello Calabro è testimonianza evidente della sua origine: risale infatti al tempo dei Romani dove Agellus, nome primigenio, stava a significare piccolo campo. Il piccolo borgo un tempo è stato un luogo strategico attraversato dall’unica strada, la Via Rhegium – Capua (nota anche come Via Popilia o via Annia), costruita dai romani per raggiungere l’estremità meridionale della Penisola.
Saraceni prima, Normanni e Aragonesi hanno influenzato pesantemente le tradizioni ed i riti di questi luoghi, fino all’insediamento del marchese (poi principe) Alberico I Cybo – Malaspina nel 1566. Risalgono a quegli anni alcune delle più preziose testimonianze artistiche e storiche del Borgo antico: il palazzo Cybo – Malaspina, situato nel centro storico che però, stando agli Archivi dello Stato, pare non essere mai stato proprietà della famiglia d’origine ligure-toscana.
Tra i diversi edifici testimonianza di storia, cultura e tradizione troviamo la chiesa di San Giuliano, una costruzione risalente al XV secolo che al suo interno conserva l’abside medievale realizzata in tufo, oltre che tre altari e un organo del XIX secolo, e la chiesa di Santa Maria Maggiore nonché chiesa Matrice la cui ricostruzione è avvenuta tra il XV e il XVII secolo; al suo interno custodisce le reliquie di San Geniale Martire, patrono di Aiello Calabro.
A difendere dall’alto il piccolo borgo c’è il castello che dall’alto domina la vallata. Eretto dai Bizantini prima dell’anno 1000, fu fortemente danneggiato dal terremoto del 1638 per poi essere quasi raso al suolo da quelli avvenuti nel 1738 e nel 1905. Nonostante oggi sia solo un rudere, continua a mostrare la grandiosità che aveva in passato.
Scorci suggestivi, piccole viuzze e panorami fascinosi che si aprono su immense distese di colline vi faranno innamorare del piccolo borgo dell’entroterra calabrese, che merita certamente di essere ammirato e riscoperto da turisti e visitatori.