La Calabria antica si svela anche in questa giornata di festa dalle pendici del Pollino allo Stretto. Aperti anche a Pasquetta il parco e il museo Scolacium di Roccelletta di Borgia, il museo archeologico nazionale di Lamezia Terme, di Amendolara, di Mileto, di Crotone, il museo Vito Capialbi a Vibo Valentia, il museo e il parco archeologico di Capo Colonna, Le Castella, il museo archeologico nazionale e il parco archeologico della Sibaritide a Cassano allo Ionio, la Galleria nazionale di Cosenza.

Musei e parchi aperti anche nel reggino. "Vivi la storia nei giorni di festa" è lo slogan con cui il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria invita a trascorrere le festività tra i suoi tesori. Dalle 9 alle 20 (ultimo ingresso alle 19:30) sarà aperto anche oggi. Aperture straordinarie sono già in programma anche per venerdì 25 aprile (ingresso gratuito), per giovedì 1 maggio e per domenica 4 maggio (ingresso gratuito). Ma le proposte culturali per questa Pasquetta vanno anche oltre. Il ministero della Cultura ha disposto, infatti, anche altre aperture straordinarie nel reggino, Porte aperte, dunque, per visitare la chiesa di San Francesco d’Assisi a Gerace e la Cattolica di Stilo, il museo e il parco archeologico Archeo Deri di Bova Marina e di Locri Epizefiri. Saranno aperte le porte anche del parco e del museo dell’antica Medma a Rosarno e dell’Antica Kaulon a Monasterace.

I parchi della Sibaritide e di Capo Colonna

Il parco archeologico di Sibari, sulla costa Ionica della Calabria a breve distanza dalla foce del Fiume Crati, in una zona nota come Sibaritide, sito della grande polis di Sibari e poi, in epoche successive, della colonia greca il centro ellenistico di Thurii e poi quello romano di Copia.

La vita del sito ebbe inizio nel 720 a.C. con la fondazione della colonia achea di Sibari. Interrottasi nel 510 a.C. con la distruzione della città da parte dei crotonesi, nel 444-443 a.C. subentrò la fondazione della panellenica Thurii e si prolunga attraverso la colonia latina di Copia nel 193 a.C. e la sua trasformazione in municipio romano nell'84 a.C..

In età imperiale, dal I al III secolo d.C., quel nuovo vigore cedette il passo, a causa del crescente impaludamento, a una lenta decadenza e a un graduale disuso. Nel VII secolo il sito fu definitivamente abbandonato.

Il viaggio della storia antica prosegue a Crotone dove saranno visitabili il museo archeologico nazionale, il museo con il parco archeologico di Capo Colonna e la suggestiva fortezza de Le Castella circondata dal mare.

Luogo di culto molto caro a Pitagora, l'immenso parco di Capo Colonna si estende per 50 ettari verso la punta più orientale del promontorio. Qui spicca l’unica colonna giunta ai giorni nostri del tempo dedicato a Hera Lacinia (santuario extraurbano della colonia greca di Crotone). Il parco, delimitato da mura di età romana, abbraccia l'area archeologica, una zona boschiva e a macchia mediterranea. Il museo archeologico nazionale di Crotone, tra i più importanti della Calabria, riserva un percorso espositivo molto ricco che omaggia gli atleti, medici e filosofi della sua storia antica, dedicando alcuni focus all'archeologia urbana, ai corredi della necropoli in località Carrara e agli insediamenti del territorio di Krimissa, Petelia, Makalla.

Il parco di Scolacium e il museo Capialbi

Il parco di Scolacium a Roccelletta di Borgia, nel catanzarese, racconta la storia della greca Skylletion poi prospera colonia romana Scolacium. Il sito, immerso in un uliveto secolare, custodisce i ritrovamenti che testimoniano una frequentazione iniziata nel Paleolitico inferiore e superiore. È possibile visitare il Foro, con la sua singolare pavimentazione in laterizio, i resti di alcuni edifici, tra cui la Curia, il Cesareum e il Capitolium, il teatro da 3.500 posti - tracce dell’unico anfiteatro romano in Calabria - i resti architettonici di strutture di pregio come l’imponente basilica normanna. Nel museo sono allestiti un importante ciclo statuario e di ritrattistica romana – pregiato è lo straordinario l’avambraccio colossale in bronzo - e un interessante percorso di archeologia industriale.

Il museo archeologico di Vibo Valentia intitolato all’erudito conte Vito Capialbi, che per primo raccolse e custodì le testimonianze della vita della città dalla fondazione dell’antica colonia locrese di Hipponion fino alla costituzione della colonia romana di Valentia, ha sede nel castello Normanno-Svevo.

I reperti esposti provengono dagli scavi e dalle indagini archeologiche eseguiti fin dai tempi di Paolo Orsi e dalle prestigiose raccolte Capialbi, Cordopatri e Albanese. Il percorso espositivo è ricco: dalla preistoria all’età Greca a quella Romana e Medioevale, con un allestimento scandito da manufatti di età protostorica e reperti provenienti dagli scavi condotti nelle aree sacre della città magnogreca, come Scrimbia. Esposti anche i frammenti architettonici di un grande tempio dorico, databili intorno al 550 a.C. e i reperti ritrovati nelle necropoli di Hipponion (fine VII - IV secolo a.C.).

I bronzi di Riace e il museo di Reggio

Pregna di storia antica è tutta l’attuale area metropolitana reggina dove un tempo sorgevano, tra le altre, le colonie di Medma (Rosarno), Locri e antica Kaulon (Monasterace), i cui musei e parchi saranno aperti anche oggi.

Un itinerario che da una costa all’altra culmina nella visita al museo archeologico nazionale di Reggio, la casa dei Bronzi di Riace ma non solo. Il percorso parte dalla Preistoria, proponendo un viaggio che da Paleolitico, Mesolitico (120.000-12.000 anni fa), Neolitico (da 12.000 a 4.000 anni fa) approda alle età dei Metalli quali Bronzo e Ferro (dal II millennio all’VIII secolo a.C.) e poi alle Città della Magna Grecia con le preziose testimonianze provenienti dalle colonie di Sibari e Crotone, Medma e Hipponion, Caulonia e Locri. Poi la sezione dei Santuari della Magna Grecia, Mannella e Marasà di Locri, Passoliera di Caulonia e Apollo Aleo di Krimisa nell’attuale territorio di Crotone, e le sezioni dedicate alla Vita quotidiana con il teatro ellenistico di Locri, tra quelli meglio conservati in Calabria, i costumi funerari della necropoli di Metauros, Locri Lucifero, Laos, Castellace e Varapodio e la Casa del mosaico di Taureana, dell’epoca di Lucani e Brettii.

Un’ampia sezione espositiva è dedicata a Rhegion, grande colonia calcidese e alla Reggio Romana, Rhegium Julii. Tra i reperti spiccano il Kouros marmoreo, i Bronzi di Riace, i tesori del relitto di Porticello rinvenuti a Villa San Giovanni, la Testa del Filosofo e la Testa di Basilea.

Il museo e il parco di Locri

Il parco archeologico nazionale di Locri, tra i più estesi della Calabria, è situato lungo la Ss 106 Jonica nel sito della colonia magno-greca di Lokroi Epizephyroi.

Il museo archeologico nazionale, inaugurato nel 1971 con la denominazione di Antiquarium di Locri e dichiarato museo nazionale nel 1998, dedicato al periodo Greco, e il complesso museale Casino Macrì, che conserva le testimonianze riconducibili all'età Romana e tardo-antica. Dalla polis greca all’area sacra dedicata a Zeus saettante, alla Porta Portuense, alla Casa dei Leoni con il Sacello dedicato ad Afrodite, alla Porta di Afrodite, al quartiere di Centocamere.

Il complesso museale Casino Macrì si compone di una masseria ottocentesca e di due case coloniche costruite sui resti di un complesso termale romano privato. Al secondo piano dell’edificio principale è stato allestito il museo di Locri romana. Tra i manufatti esposti, va segnalata la bellissima statua-ritratto in marmo del Togato dall’area del foro, la Vasca in breccia dì Aleppo, uno tra i pochi esempi di grandi manufatti realizzati con questo marmo raro proveniente dall’isola di Chio, e la brattea aurea con l’Adorazione dei Magi appartenente a un reliquiario del VII secolo d.C..