Sull’orlo della Terza guerra mondiale. Può sembrare un’iperbole allarmistica, un eccesso di preoccupazione, ma è con questo timore inconfessabile che molti osservatori internazionali ed esperti di geopolitica attendono le parole del capo di Hezbollah, il libanese Hassan Nasrallah, che romperà oggi un silenzio di settimane da quando è scoppiata la guerra tra Hamas e Israele. Un discorso che potrebbe avere un impatto enorme sugli sviluppi del conflitto a Gaza. La tensione con il Libano è ulteriormente salita ieri, quando Israele ha risposto con un “ampio assalto” ad attacchi di Hezbollah a 19 posizioni israeliane. Razzi hanno colpito anche la città israeliana di Kiryat Shmona vicino al confine in uno sbarramento rivendicato dalla sezione libanese del braccio armato di Hamas.

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Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha avvertito che «la regione è come una polveriera» e che «tutto è possibile» se Israele non smette di attaccare Gaza. L'attesissimo discorso di Nasrallah sarà trasmesso oggi alle 15 (le 14 in Italia) in occasione di un evento in memoria dei combattenti uccisi nei bombardamenti israeliani nella periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, che secondo stime approssimative è 10 volte più potente di Hamas dal punto di vista militare. Se dovesse annunciare ufficialmente una controffensiva contro Israele, l’incendio in Medio Oriente potrebbe diventare inarrestabile, con l’Iran che scenderebbe in campo al fianco di Hezbollah e l’America che, per questo motivo, difficilmente resterebbe a guardare. Un domino mortale dove le tessere cadrebbero una ad una e il mondo potrebbe ritrovarsi diviso su due fronti di guerra, quello del blocco Occidentale e quello che comprende tutti in Paesi idealmente schierati contro Usa e Israele, Russia e Cina compresi.

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Negli ultimi giorni, sul versante libanese, più di 70 persone sono state uccise e almeno 50 di questi erano combattenti di Hezbollah. Tra le vittime anche civili e un giornalista della Reuters, secondo un conteggio dell'Afp. Da parte israeliana, sullo stesso fronte, sono morte nove persone: otto soldati e un civile, secondo l'esercito.