Un pellegrinaggio di 750 chilometri per espiare le proprie colpe, figlie di una vita dissoluta. Gennaro racconta il suo viaggio come ricerca di una retta via, senza tempi prestabiliti od ostacoli troppo grandi da superare
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Un croce di 40 chili sulle spalle e un pellegrinaggio di espiazione per una condotta di “vita dissoluta” da Milano a Roma. Gennaro, milanese, ha iniziato così il suo cammino di circa 750 km con il suo fardello di peccati sulle spalle e uno zaino con lo stretto necessario. A darne notizia ilpiacenza.it, che ha incontrato e intervistato Gennaro nella sua tappa a Calendasco. “Sono un Barabba” ha affermato il pellegrino, un uomo grande e grosso ma con l’energia di un buono, che percorre a piedi il suo cammino di redenzione.
Appesi alle travi, il flagello e una corona di spine, simboli delle torture subite da Cristo. In testa all’alta croce, un cartello senza la consueta scritta “Inri”, bensì “Area 51 per sempre”. Quest’ultimo elemento rimarrà un mistero fino al suo arrivo nella Capitale. Un viaggio coraggioso e simbolico, che porta con sé il sudore sulla fronte di un pellegrino con direzione Roma e senza limiti di tempo o difficoltà davanti a sé.