Le famiglie hanno avuto difficoltà a trovare un istituto che accettasse i propri figli e si appellano al ministro. Alcuni non avevano posto a causa di classi troppe affollate, altri non disponevano di strutture o sostegno adeguati
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Una vera e propria odissea quella vissuta a Roma da quattro mamme di ragazzi disabili, con gravi difficoltà cognitive, che sono stati rifiutati da almeno tredici scuole della capitale nell'anno scolastico 2022-2023. La denuncia arriva da alcuni genitori che hanno avuto molte difficoltà a trovare un istituto che accettasse i propri figli. Alcuni istituti non avevano posto a causa di classi troppe affollate, altri non disponevano di strutture o sostegno adeguati.
Tra i licei contatti ci sono istituti di diverso indirizzo e di diverse zone della città. Una mamma, dopo il rifiuto di diversi licei, ha chiesto l'intervento della politica e del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. «Non mi sarei mai aspettata di vivere una situazione simile. Abbiamo contattato 12/13 licei ma alla fine sono stata costretta a iscrivere mio figlio in una scuola paritaria. Il ministero faccia qualcosa». Le quattro donne si sono dapprima rivolete all'Istituto Emilio Sereni che, come liceo agrario, poteva essere più adatto. Purtroppo, già dal Sereni, la questione è diventata a dir poco complicata e a febbraio è arrivato il no all'iscrizione. Da lì è emerso il nodo: a fronte della legge 104 «che prevede che l'alunno disabile abbia il massimo punteggio nelle graduatorie - spiega la mamma di un altro ragazzo - è stata emessa una circolare ministeriale che delega e dà mandato ad ogni singolo Consiglio di istituto di decidere i criteri per avere la precedenza». Il «Sereni ha rifiutato 3 ragazzi con disabilità perché non appartenenti al 'bacino di utenza' della scuola. E la preside è stata sorda a qualunque appello anche da parte dell'Usr», ha denunciato la donna.
Della triste vicenda si è occupata anche la dirigente scolastica dell'istituto dove sono tutt'ora iscritti i quattro i giovani, sollecitando l'Usr. Tra i licei contattati ci sono istituti di diverso indirizzo e di diverse zone di Roma come il Domizia Lucilla, il Vespucci, l'istituto Enrico Fermi, il Pascal, il Calamandrei e il liceo scientifico Farnesina. Emblematica la risposta arrivata dal Fermi: «Una scuola vale l'altra se non sono in grado di fare grandi cose», avrebbe detto l'insegnante di sostegno. Così arriva l'appello diretto al ministero «perché questo non accada più, affinché si applichi la precedenza - in teoria già data dalla legge 104 - per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare - sottolinea la donna - Per questo, però, servono risorse maggiori per gli insegnanti di sostegno. E dei fondi per far sì che le scuole prevedano laboratori e attività idonee».
Presentata interrogazione parlamentare da Furfaro (Pd)
«In Italia l'inclusione scolastica per tutti è ancora un miraggio. Siamo ancora costretti a fare i conti con moltissimi casi di discriminazione e purtroppo quello che sta succedendo a Roma ad alcune famiglie è davvero insopportabile. Quattro ragazzi con disabilità grave sono stati di fatto esclusi dalla scuola pubblica. I genitori si sono visti rifiutare l'iscrizione al primo anno, per l'anno scolastico 2023/24 della scuola secondaria di secondo grado, per mancanza di posti. Una motivazione inaccettabile», fa sapere Marco Furfaro, capogruppo Dem in commissione Affari Sociali alla Camera e componente della segreteria del Partito Democratico che ha presentato «un'interrogazione al ministro Valditara per chiedergli se è a conoscenza di questa vicenda e cosa intenda fare per porre rimedio e dare risposte rapide alle richieste delle famiglie».