L'esperimento sociale è stato concepito e messo in atto da un'agenzia di comunicazione, per dimostrare il grado di malessere dei cittadini, pronti, ormai a credere a tutto
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Questo paese ha tanto bisogno di speranza. E si vede anche dalle piccole cose. Ad esempio dalla “bufala”, anche se più esattamente è stato uno scherzo, per alcuni di dubbio gusto, messa in piedi da un'agenzia di comunicazione, che pochi gironi fa, cavalcando l'onda del dibattito sul reddito di cittadinanza, ha progettato un'interfaccia molto simile a quella dell'istituto di previdenza sociale per attitare gli utenti.
Il tono del breve testo che affianca la sorridente giovane donna della foto, è spiccatamente ironico. Inoltre, anche se il logo appare graficamente e cromaticamente identico, la scritta è stata appositamente cambiata in “Imps”, mentre la forma corretta è Inps. Ma gli utenti non si sono lasciati scoraggiare. La pagina, che prometteva di accedere a un form che una volta compilato avrebbe dato accesso al tanto discusso reddito di cittadinanza, ha attirato centinaia di click.
Sostanzialmente il meccanismo è semplicissimo, tant'è che ci sono cascati ben 500mila utenti. Cercando su un qualsiasi motore di ricerca “reddito di cittadinanza”, fra i primi risultati compariva proprio questo sito. Cliccando si veniva reindirizzati direttamente verso l'interfaccia grafica da compilare per inoltrare la richiesta. Niente modelli Isee, niente conteggio del reddito, niente requisiti o colloqui. Troppo bello per essere vero. E infatti non lo era. Ma l'esperimento dell'agenzia di comunicazione ha dimostrato quanta sete e quanto bisogno ci sia di attaccarsi a una speranza di miglioramento delle proprie condizioni economico-sociali ci sia nel nostro paese. Del riflesso di un futuro migliore dell'austero, gelido presente.
Lo.C.