Dall'infettivologo Bassetti al presidente di Gimbe Cartabellotta, da più parti si spinge per rivedere le regole relative all'isolamento per chi ha ricevuto il booster. Sileri frena: «Non è questo il momento»
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Il Comitato tecnico scientifico si esprimerà mercoledì 29 sulla richiesta di ridurre la quarantena per i contatti stretti che abbiano già ricevuto la terza dose del vaccino. Secondo le prime informazioni trapelate, una decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio, quasi sicuramente prima della fine della vacanze di Natale, e la quarantena per i vaccinati con terza dose, ora di sette giorni, potrebbe essere ridotta tra i tre e i cinque giorni.
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l'emergenza Covid, ha dichiarato che «la riflessione sul numero di persone in quarantena l'abbiamo fatta questa mattina col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l'Istituto Superiore di Sanità come fare», ha spiegato a proposito dell'elevato numero di persone in quarantena.
Gimbe: «Rischiamo di avere 10 mln di persone in quarantena»
Tra coloro i quali chiedono la revisione delle quarantene, ci è anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. «Omicron è una variante molta contagiosa. Ogni positivo - ha detto a Radio Cusano Campus - può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta».
Bassetti: «Stiamo affrontando quarta ondata con regole della prima»
Dello stesso avviso anche l'infettivologo dell'Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti: «Andiamo verso circa 100mila contagi al giorno e questo succederà credo a brevissimo e allora 7-10 giorni di isolamento, quarantena, vogliono dire un milione di persone che finiranno in isolamento; considerando poi che mediamente ognuno di questi ha avuto 5, qualche volta 10 contatti, il rischio è di avere nel giro di 7-10 giorni 10 milioni di persone in isolamento, in quarantena. Non ce lo possiamo permettere. Poi - chiede - chi guida i bus, chi fa il poliziotto, chi fa il pane, chi va in ospedale? Dobbiamo oggi ragionare con regole diverse. Stiamo affrontando la quarta ondata con le regole della seconda. La differenza è che abbiamo l'80% di persone vaccinate. Non possiamo pensare che un contatto del gennaio prossimo o a dicembre 2021 sia uguale a un contatto del gennaio passato o di dicembre del 2020». «La proposta - dice - è questa: torniamo a lavorare come abbiamo sempre fatto con l'influenza, e con il raffreddore; chi è positivo sta a casa ma non è che tutti i parenti e i contatti che ha avuto sull'autobus, al ristorante vanno in isolamento. Questo vale per i vaccinati. Non per i non vaccinati. Questo per non fermare il Paese. Il rischio è che fra 20 giorni il Paesè è fermo».
Sileri: «Non è il momento, servono dati precisi»
Suggerisce prudenza, invece, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. «È necessaria una revisione delle regole della quarantena ma non è questo il momento. Credo che sia auspicabile ma probabilmente tra 10 o 15 giorni da oggi. È verosimile che Omicron sia oltre il 50-60% del virus che circola nel Paese - ha aggiunto -. Dal 10 gennaio si torna in presenza a scuola. Dunque si potrebbe facilmente arrivare a 100 mila contagi al giorno ma se non tutti vanno in ospedale, per la scuola non vedo un grande problema. Non appena avremo dati più conclusivi su Omicron, anche le regole sulla quarantena dei bambini, degli alunni, degli studenti si potranno rivedere. Potrebbe essere anche tra 7-10 giorni, con l'anno nuovo, probabilmente prima della riapertura della scuola. Ma - ha spiegato Sileri - bisognerà vedere quanto questa variante del virus sia più o meno aggressiva. La riduzione della quarantena si deve basare su dati scientifici precisi, aspettiamo il Cts. Dobbiamo valutare molto bene i dati».
Zaia, Fedriga e Toti favorevoli a rivedere la quarantena
Anche per il presidente del Veneto, Luca Zaia, «è ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato: va rivista». «Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese», ha scritto su Twitter il presidente del Friuli Venezia-Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. «Basta quarantena per i contatti dei positivi, bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese. La penso esattamente come il direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti». Lo dice il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. «Non si può continuare ad affrontare il virus con la stessa metodologia dello scorso anno. Il rischio è trovarci tra poco con milioni di persone isolate: chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale?», aggiunge.