La cattura del boss Matteo Messina Denaro è stata «una messa in scena. Il risultato di un accordo». Non lascia spazio a interpretazioni Gaspare Mutolo, pentito di mafia. L’ex picciotto di Cosa nostra, intervistato da Adnkronos, parla delle modalità riguardanti l’arresto dell’ex primula rossa e delle fasi successive. Mutolo, guardaspalle del boss palermitano Rosario Riccobono, killer ed autista di Totò Riina, nel 1991 decise di collaborare con Giovanni Falcone, poi con Paolo Borsellino.

L’analisi su Messina Denaro è lucida: «A parte la mia esperienza personale e il mio arresto- spiega - ma quando arrestano boss c'è tutto un altro clima. Armi alla mano, confusione. Qui invece è accaduto tutto in 'tranquillitudine' (tranquillità ndr), e questo fa pensare», aggiunge.

Poi parla delle fasi successive alla cattura e del ritrovamento del covo: «È stato sapientemente ripulito prima dell'arrivo dei carabinieri». Tant’è che «gli investigatori hanno trovato solo quello che lui voleva si trovasse, cioè poca roba. Mica hanno trovato l'agenda rossa di Paolo Borsellino…».