Sono «ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene». Lo ha detto il Papa nel colloquio con i Gesuiti che si è tenuto nel recente viaggio in Slovacchia. In particolare il pontefice ha fatto riferimento ad un recente intervento subito.

Inoltre - nel colloquio pubblicato da Civiltà Cattolica e anticipato da La Stampa - ha parlato anche delle critiche che riceve. «Per esempio, c'è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo. Io l'ho anche detto ad alcuni di loro. Sì, ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare».

Alcune critiche riguardano anche la recente decisione sulla Messa in latino: «Adesso - spiega il Papa - spero che con la decisione di fermare l'automatismo del rito antico si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II. La mia decisione è il frutto di una consultazione con tutti i vescovi del mondo fatta l'anno scorso. Da adesso in poi chi vuole celebrare con il vetus ordo deve chiedere permesso a Roma».

Intanto emersa la positività al coronavirus di Mons. Babjak. L’ arcivescovo metropolita della città di Presov (Slovacchia) per i cattolici di rito bizantino, aveva incontrato il Papa. Babjak, 67 anni, è vaccinato e si trova in quarantena presso la sua abitazione.