Il presidente del Senato interviene dopo le polemiche: «Una cosa è apologia del fascismo e un'altra il ricordo di militanti morti». Baldino (M5s) attacca: «Tentano di riscrivere la storia». Pd e Iv accusano Meloni per il suo silenzio
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«Fratelli d'Italia è totalmente estranea all'episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell'attentato di Acca Larentia. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo». Lo ha detto al Corriere della Sera il presidente del Senato Ignazio La Russa, in riferimento all'episodio avvenuto a Roma la sera del 7 gennaio e che ha visto centinaia di militanti di estrema destra ricordare i tre esponenti del Fronte della gioventù uccisi nel 1978 col braccio teso e all'urlo di "presente". Immagini che hanno fatto il giro del web e hanno inevitabilmente scatenato una marea di polemiche.
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«Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci - ha aggiunto La Russa - Non c'entriamo nulla, non c'entra il partito. Va detto, storicamente che questi ragazzi, come tanti altri vittime di anni di piombo o di violenza terroristica, non hanno avuto giustizia. Io non vorrei che ci fossero morti di serie A e morti di serie B, che la memoria scomparisse».
E sul saluto romano: «Non aiuta a risolvere la questione, e le polemiche che ogni volta si scatenano, il fatto che ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto».
Dello stesso argomento La Russa ha parlato anche a Repubblica: «Finora ci sono state sentenze contrastanti sul fatto che il saluto romano in occasione di celebrazioni di persone decedute sia reato oppure no. Per alcune sentenze della Cassazione non era reato, per altre invece sì». Quindi «credo sia importante si faccia chiarezza dal punto di vista giuridico, ce n'è bisogno. Una cosa è l'apologia di fascismo, una cosa è la ricostituzione del partito fascista, un'altra è la commemorazione di deceduti».
Pd: «Aspettiamo le parole di Meloni. La Cassazione? Pensavamo bastasse il 25 aprile»
«Tajani sui saluti romani di via Acca Larentia: "Fi è antifascista. L'apologia di fascismo è vietata dalla legge". Ma La Russa: "Dubito che ci sia un reato". Dissonanze non da poco. Dovrebbe parlare Giorgia Meloni. Che però tace: sugli argomenti ostici è cintura nera di mutismo». Così il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali. «La Russa attende la Cassazione. Scemi noi che pensavamo fosse stato sufficiente il 25 aprile del '45». Lo scrive sui social il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando.
M5s: «Tentano di riscrivere la Storia e i principi antifascisti della Repubblica»
«L'intervista del Corriere della Sera a Ignazio La Russa ha dei profili raccapriccianti. La seconda carica dello Stato, commentando i fatti di via Acca Larentia, si lascia andare candidamente ad alcune dichiarazioni che dimostrano quale sia la loro vera cultura», dice Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s a Montecitorio, che in un lungo post su Fb incalza sulle parole del presidente del Senato sull'attesa pronuncia della Cassazione: «In poche parole attendiamo con ansia - dice Baldino - che sia definitivamente sdoganato il saluto romano così si potrà finalmente inneggiare al duce come si deve in questo Paese di ingrati!. Siamo di fronte ad un chiaro tentativo di riscrittura della storia, della cultura e dei principi antifascisti della nostra Repubblica».
Italia viva: «Stupisce il silenzio di Meloni»
«Mi ha sorpreso il fatto che tutti siano intervenuti sulla vicenda di Acca Larentia, tranne una persona: Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio, che parla di tutto, di pandori e panettoni, non è riuscita a dire una parola netta di condanna dei gravi fatti che sono avvenuti». Lo afferma la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva a Sky. «Si tratta di apologia del fascismo, non ci sono dubbi. Porrò la questione al ministro Piantedosi, che sarà in audizione oggi in Commissione Segre», annuncia Paita.